Viola Giannoli da Repubblica approfondisce l’episodio che ha visto un figlio convivente con una coppia di omosessuali, dove il padre biologico e’ gravemente ammalato per cui il giudice ha disposto l’adozione del minore da parte dell’altro uomo che risulta fidanzato del padre.
Il legale dunque replica: “Garantita in tempi brevi la tutela del piccolo che rischiava di trovarsi orfano, quindi adottabile, senza un riconoscimento legale dell’altro genitore. Ma resta il vulnus giuridico”.
Si tratta di una stepchild adoption in pochi mesi, per consentire a un bimbo di tre anni e mezzo nato in una coppia omogenitoriale, di essere legalmente figlio anche del suo papà non biologico. Il tribunale dei minori di Trento ha detto sì in 4 mesi, con tutte le verifiche del caso, ma più in fretta rispetto ai tempi canonici di un’adozione in casi particolari che può durare anche anni..
In base al fatto che c’è un bambino che ha tre anni e mezzo, nato in Canada da due genitori tramite la gestazione per altri e riconosciuto lì, oltre Oceano, come figlio dei due papà sull’atto di nascita. La trascrizione di quel documento qui in Italia, a Trento dove la famiglia abita, gli viene negata. Ma il padre biologico del bambino, l’unico riconosciuto prima della sentenza del tribunale nel nostro Paese, non sta bene, si ammala gravemente, è costretto a lunghi ricoveri in ospedale. La situazione è critica, c’è anche il rischio che il bambino resti orfano e che a quel punto venga dichiarato adottabile da un’altra famiglia, senza che uno dei due uomini che lo sta crescendo possa far nulla.
I due papà allora si rivolgono all’avvocato Michele Giarratano del foro di Bologna per chiedere la stepchild adoption. Il legale inoltra nel marzo scorso l’istanza al presidente del tribunale per i minorenni di Trento, Giuseppe Spadaro.
Dopo una serie di consultazioni con il coinvolgimento anche dei servizi sociali del capoluogo trentino, il 21 luglio arriva la pronuncia del collegio presieduto dallo stesso Spadaro a favore dell’adozione da parte del genitore sociale. Parere positivo lo aveva rilasciato anche la Procura, che però aveva chiesto alla coppia di rinunciare all’istanza di registrazione della doppia paternità.
Secondo l’avvocato Giarratano, “il tribunale di Trento dà atto del vulnus giuridico, del fatto che c’è un vuoto di tutela che in Italia riguarda i bambini figli di coppie omogenitoriali”. E, aggiunge, “il collegio guidato dal presidente Spadaro ha garantito in tempi brevi tutela al minore, nel suo preminente interesse. Non sempre però è così, per questo è urgente che il Parlamento approvi una norma che tuteli tutte le bambine ed i bambini di questo Paese”.