Nei 211 giorni della pandemia che vanno dal 1 settembre 2020 al 31 marzo 2021, le Caritas si sono occupate di 544.775 persone. Le donne sono la maggioranza: 53,7%, così come sono la maggioranza gli italiani (57,8%). Quasi una persona su quattro (24,4%) è un “nuovo povero”, cioè non si era mai rivolta in precedenza alla rete Caritas. Si tratta di 132.717 persone in totale. In questo caso gli italiani salgono al 60,4% e uomini e donne sono in eguale numero. Sono alcuni dati che emergono dalla quarta rilevazione della Caritas Italiana. Alla rilevazione hanno partecipato 190 Caritas diocesane, pari all’87,1% del totale. Intanto il reddito di cittadinanza in Italia e’ erogato mediamente per un importo di 500€ a famiglia, da spendere totalmente in consumi relativi a medie e piccole imprese per lo piu’ italiane. Lo stallo dell’economia ha causato perdite dal dieci al 70% dei fatturati su ogni azienda italiana, fuorche’ big tech, big pharma e multinazionali estere che stanno fagocitando le attivita’ italiane. Cio’ si sta verificando con l’impossibilita’ di vendere titoli pubblici destinati al mercato italiano ed estero i cui introiti siano tutti assorbiti dall’Italia: la destrutturazione delle filiere industriali ne e’ emblematico. Inoltre le piccole imprese private, come quelle dei trasporti con il cui proprietario ho parlato domenica, si sono trovate costrette ad accettare le proscrizioni statali che le obbligano a fare servizi pubblici pagando il 20% del fatturato antecedente ma finanziando di tasca propria la gestione dei macchinari ed i salari.
Le soluzioni per rintuzzare la deriva di impoverimento pubblico passano sempre per un finanziamento pubblico scevro dai debiti, che irrori settore pubblico, privato, infrastrutture, salari, pensioni, finanziandosi con la reinternalizzazione di una banca pubblica ed indipendente.