No  grembiule: ecco la lettera

Il Collegio Docenti e Consiglio di Istituto hanno deliberato la modifica del Regolamento di Istituto per la parte relativa all’obbligo di indossare il grembiule alla scuola primaria. Pertanto dal prossimo anno scolastico 2023/24 non ci sarà più l’obbligo di indossare il grembiule a scuola. A tal proposito pubblichiamo la lettera di un genitore esasperato da queste modifiche discrete ma continuative al panorama della scuola elementare italiana, che frattanto vede generalmente ed a livello aggregato, meno servizi ai minori e meno coinvolgimentirispetto ad un paio di decadi addietro:

Buongiorno a tutti, sono il dott. Tm F. P., padre di B., e mi intrometto con discrezione in questo confronto, al fine di chiarire la posizione di mia moglie che non e’ italiana, mia e di chi la pensa come noi; e non solo in relazione al grembiule: la scuola per quanto antiquata ed attualmente sfornita per ragioni politiche degli strumenti idonei a renderla perfetta, rappresenta la principale istituzione italiana, e nonostante tutto permane, nel nostro caso, un accellenza mondiale e gratuita. Il grembiule e’ un’emblema della scuola ed a mio parere va indossato ad onta della sua citata scomodita’: e’ opportuno indossarlo per trasmettere consapevolezza agli studenti di cio’ che rappresenta la scuola, il rispetto per essa e per il proprio corpo docente; in ultima istanza il grembiule incarna un principio di ordine e virtuosa omologazione degli studenti, dietro al quale vengono occultate differenze di censo, di ceto sociale e di abitudini, in una cornice di tutela anche verso alunni meno abbienti che magari non possono sfoggiare gli stessi indumenti della maggioranza o di un piccolo gruppo piu’ fortunato di bambini. Tutto cio’ in conformita’ alla tradizione che vede la scuola, i suoi insegnamenti e le sue figure, punti cardinali della crescita civile, culturale e deontologica privata e collettiva. Fermo restando il nostro ossequio verso coloro che non indosserebbero il grembiule, posso garantire che mio figlio continuera’ ad indossarlo nel rispetto  di un processo di regole, formazione, comportamenti ed anche sacrificio nel tollerare il grembiule, cui deve sottostare ed accettare per capire la vita, le sue regole, il funzionamento di una societa’ che aborrisce il disordine ed il cambiamento di quelle leggi e regole  statiche ma fondamentali, che l’hanno resa e torneranno a renderla grande. Togliere il grembiule ha un significato in prospettiva teso a sminuire un ordine virtuoso cui si impernia il nostro Paese, alla stessa stregua di abolire la religione e togliere il crocifisso oppure l’educazione civica che risulta altra vittima di questa stratificata deriva iconoclasta; la quale solo disorientamento  portera’ ai nostri figli. Unica cosa nodale da risolvere, in questo contesto, sarebbe la questione delle cartelle pesantissime, fardelli oggi come in passato, verso gracili bambini. Ma vedo che non se ne parla in modo pragmatico. Ultima questione e mi taccio, il fondo regali per le insegnanti e bisogni minuti della classe: alla luce del fatto che i nostri figli risultano svantaggiati dal punto di vista delle uscite e di iniziative analoghe, rispetto ad altre scuole, io utilizzerei questo fondo meno per meri regali e piu’ per dei bambini la cui condizione genitoriale non e’ economicamente facilitata, ed esentarli ad esempio, dal pagamento di una attivita’ scolastica, del fondo medesimo o di quanto altro verrebbe individuato. 

Salutando tutti ed augurando il meglio a voi ed ai nostri bambini, chiedo venia se ho urtato qualche sensibilita’, specificando che non era mia intenzione farlo ma ribadendo che il mio esclusivo interesse e’ avvantaggiare Benjamin e tutti i suoi compagni di classe, dicendo cio’ che ritengo sia la verita’. Buona giornata a tutti, F.P.” . Questo messaggio e’ stato crivellato da accuse subliminali di numerose mamme, in merito alla probabile scarsa capacita’ gestionale delle finanze private, da parte dell’autore di questo messaggio e dei genitori indigenti oppure di quelli in uno stato di precarieta’ economica, i cui pargoli stazionano nella medesima classe dei figli portati a non indossare il grembiule. Di conseguenza la situazione e’ sfociata nel pericolo bullismo che ha dovuto vivere l’altro figlio di una delle promotrici ad abolire definitivamente il grembiule, tangendo il fatto che a causa del caldo incipiente, la figlia della rappresentante di classe reclamava la liberta’ di non portare piu’ la classica uniforme scolastica. Da qui l’esortazione nel gruppo Whatsapp delle madri, a votare in merito ad una dismissione definitiva o parziale del grembiule. A detta della rappresentante di classe invece, la soluzione di sgravare gli alunni dalle cartelle pesanti, non e’ stata appoggiata fino in fondo. Ma sta di fatto, nella fattispecie della scuola napoletana in questione, che attuando la soluzione piu’ semplice imperniata sulle cartelle munite di rotelle, per accedere alle classi e’ obbligatorio fare una grande rampa di scale; mentre l’ascensore non c’e’. Ad ogni modo le mamme hanno votato in maggioranza per la dismissione del grembiule nella fase primaverile dell’anno ma la riadozione di questo da settembre. Mentre il regalo alle insegnanti, dal punto di vista del pagamento del fondo, ha visto pochissimi genitori a non parteciparvi. Viceversa sulla proposta di esentare dalla costituzione del fondo cassa, i genitori indigenti e calmierare la spesa di esso per coloro che vivono limitazioni economiche, mentre la rappresentante di classe esortava l’autore dello sfogo pro grembiule a svelare i nomi dei genitori con poche risorse-cosa non ottenuta-. Di comune accordo le mamme del gruppo hanno reciso di molto ma non del tutto, la quota di pagamento per il fondo classe relativa ad una coppia di lavoratori immigrati la cui figlia si trova nella classe dei loro figli. Il tutto specificando che, in merito alla gita di fine anno organizzata per il secondo anno nello stesso posto e giudicato disservizio dall’autore della lettera, la rappresentante ha dato la possibilita’ di modificare od annullare l’evento. Pare tuttavia che la visita programmata ma anche criticata da alcuni genitori per la sua identica riproposizione negli anni, non abbia subito modifiche o blocchi, per l’anno scolastico in corso.

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