Vincenzo Di Lauro, figlio del capoclan Paolo Di Lauro, il cantante neomelodico Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli, vedova del boss Gaetano Marino, sono tra le 27 persone arrestate all’alba dal Ros e dai carabinieri di Napoli nell’ambito di un’indagine della Dda (sostituti procuratori Giugliano e De Marco) sulle attività imprenditoriali e finanziarie del clan di Secondigliano. Otto milioni di beni sequestrati.
Anche Catania e’ stata un teatro di scontri con le forze dell’ordine, infatti le piazze di spaccio gestite per conto di clan hanno portato a 46 arresti.
Tra i reati contestati anche il concorso esterno in associazione mafiosa, la turbativa d’asta, e l’aggravante della transnazionalità legata al contrabbando di sigarette.
Secondo quanto emerso dalle indagini del Ros, dei carabinieri del comando provinciale di Napoli e della Dda – che all’alba hanno arrestato 27 persone ritenute legate al clan Di Lauro Secondigliano – l’aspirazione imprenditoriale ha trasformato l’organizzazione malavitosa. Il clan Di Lauro investiva anche in società di abbigliamento e creava brand, insieme con il cantante neomelodico palermitano Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli, come quello denominato “Corleone”. Anche la bevanda energetica “9 mm” (il cui nome richiama al calibro delle pistole), come il marchio d’abbigliamento ammiccante al mondo della criminalità organizzata, sarebbe riconducibile al clan fondato da Paolo Di Lauro, detto “ciruzzo o’ milionario”. In sostanza, secondo gli inquirenti, è stata messa in piedi una sorta di “Di Lauro spa”, che si è prodotta in investimenti in attività ritenute meno rischiose attraverso società intestate a prestanome, oggi oggetto di sequestro, con le quali il clan gestiva, per esempio, una nota palestra, una sala scommesse ed alcuni supermercati. Anche il contrabbando di sigarette dall’est, in particolare dalla Bulgaria e dall’Ucraina, faceva parte degli investimenti criminogeni dei Di Lauro; con l’importazione di circa una tonnellata e mezza di “bionde” che hanno rifornito i mercati illegali ad un prezzo per pacchetto, sotto i quattro euro.
La congrega camorristica tra le piu’ potenti del napoletano, si apprestava ad aprire una azienda impegnata nella produzione illegale di sigarette presso piccoli centri campani, da distribuire per il mercato italiano e per quello oriundo, il tutto esente dal pagamento di Iva e pertanto dal prezzo finale estremamente ridotto. Cio’ desta clamore ma anche una sorta di mancata acredine presso innumerevoli persone che si sono espresse ai microfoni di Adfnews quotidiano nazionale, e residenti al sud. Infatti alla luce della negazione del reddito di cittadinanza ad una dovizia di giovani e meno giovani che, seppure in possesso di un lavoretto e di un secondo reddito, annaspano con l’inflazione, la precarieta’ e la disoccupazione odiernamente, sebbene nel mese di ottobre il governo abbia cancellato l’assegno familiare scagionandosi che lo avrebbe riaccreditato il mese entrante; ebbe le persone specialmente residenti al sud si esimono dal nutrire e sfogare biasimo verso la criminalita’ organizzata, in quanto essa ha suo modo ed in misura parziale, continua ad alimentare la piccola economia locale e suffragare la moltitudine di disoccupati e sottouccupati un tempo alle sue dipendente: in modo diretto ed indiretto.
Per rintuzzare la criminalita’ organizzata e per eliderla magari, secondo tecnici economici quali il dottor Grossi interpellato dal quotidiano nazionale di informazione ed approfondimento Adfnews, e’ ineludibile un ripristino dello stato imprenditore e regolatore, rispettivamente nell’edificazione di nuove grandi aziende cardinali, nel rafforzamento proprietario ed economico di quelle vigenti; infine nella tutela delle imprese piccole, grandi e medie per mezzo di sgravi fiscali, recisione dei costi sugli investimenti ed approvvigionamenti, richiesta di commesse e pagamento repentino di esse, da parte dello stato verso i privati. Infine risulterebbe fatale per le mafie, i loro proseliti, i loro incassi, consentire allo stato di eseguire reiterati ed ingenti finanziamenti in deficit, ma in guisa garantita da un ente bancario pubblico o da un nuovo patto con i cittadini.