Appartiene al capoluogo campano oggi ai vertici, calcisticamente, del campionato e della Champion’s League, un triplice episodio emerso a distanza di un paio di mesi, che ha coinvolto un maresciallo della polizia dell’elitario rione Chiaia, un cittadino disabile ed un automobilista privo di assicurazione che ha sfrisato la macchina del disabile, il quale stocasticamente è un giornalista. Premesso che secondo il proprietario di un’agenzia assicurativa ben accorsata del centro di Napoli, il venticinque per cento dei cittadini della capitale del Mezzogiorno non pagherebbe l’assicurazione. Inoltre pendono richieste fittizie di danni relativi ipotetici infortuni su una scala mobile malfunzionante, sempre a Napoli, per sessanta milioni; il tutto a carico del Fondo Generali per le vittime della strada. Solo che, nella fattispecie dell’abuso di potere che ha coinvolto il maresciallo della polizia, si è verificato, ai danni del suddetto cittadino disabile che in seguito si è imbattuto in un automobilista senza assicurazione che gli ha danneggiato la vettura, ebbene il disabile proprietario dell’auto dapprima fermata dal maresciallo e poi sfrisata dall’automobilista scorretto ed illegale, anche la confisca del tesserino di sosta. Senza eludere una duplice sanzione di circa duecento euro, mentre il disabile giornalista nemmeno guidava. Infatti la sua auto era guidata dalla compagna con a bordo un minore di sei anni, che per recidere il traffico ingente del centro, e prelevare il disabile che faceva un trattamento fisioterapeutico al Corso Umberto I, era transitata per le rutilanti arterie del lungomare, via Caracciolo e via Partenope, assolutamente impedite al passaggio di veicoli, eccettuati quelli dei residenti, dei lavoratori impegnati a scaricare merce ai numerosi ristoranti panoramici, ed ai disabili. Nel caso del proprietario della macchina guidata da una donna, con bambino a bordo, in procinto di accogliere il giornalista disabile che aveva terminato un trattamento terapeutico, la macchina possiede tutti i permessi di sorta per le aree a traffico limitato. Solo che il poliziotto gradato che si trovava nei paragi dei primi ristoranti sul lungomare come il famigerato pizzaiolo Sorbillo, ha fermato perentoriamente la macchina guidata dalla compagna del giornalista, per intimargli di non poter passare. Alchè la signorina ha dimostrato che era tutto in regola con una certa acredine, ed il maresciallo immantinente ha ribattuto che essa, cittadina portoghese residente in Italia, non avesse i titoli per guidare in Italia: la diretta interessata ha replicato che il poliziotto si sbagliata in quanto ella fosse in possesso di una patente europea; ma il poliziotto si ostinava ad inveire sui malcapitati, intimandogli di accostare e temporeggiando per quasi un’ora tra controlli incrociati e le esortazioni della donna a terminare, giacchè il bambino digiuno doveva recarsi tosto a desinare. Il chè malcelava il livore della donna, che infine ha visto comminare al compagno, una multa per il fatto che il minore fosse posizionato sul sedile anteriore anziché dietro, e l’altra per la mancata sua assicurazione alla cintura di sicurezza. Il maresciallo di Chiaia insisteva che la macchina andasse troppo veloce su quella ztl, mentre la conducente rintuzzava che non fosse vero; fino alla confisca del contrassegno e la minaccia di restituirlo solo al diretto interessato; senza il quale la macchina non sarebbe potuta accedere su quella strada.

Alla fine la guidatrice ha dovuto tornarsene indietro per la strada ordinaria, ha fatto attendere molto più del dovuto la persona disabile che attendeva il passaggio dopo la fine dei trattamenti terapeutici; il proprietario della macchina si è dovuto recare subito dopo di persona con la compagna ed il figlio minore rimasto a digiuno, al posto di blocco di piazza Sannazzaro dove stazionava il maresciallo con due sottoposti. Si è creato un alterco tra la compagna esterefatta e piccata dal comportamento del poliziotto, cui è corrisposta la litania di offese del maresciallo a suo carico, dinanzi al compagno impotente rispetto a ciò, che ha dovuto udire offese di vecchiaia, melensaggine, maleducazione e tracotanza, scagliate dal maresciallo alla compagna. Il contrassegno è stato riconsegnato previa firma di assenso del disabile, ma con la reticenza ad annullare le salate multe e l’esortazione a rivolgersi ad altri organi competenti, per annullare i verbali. Infine la minaccia, da parte del poliziotto, a non pubblicare i vari video registrati dalla donna che inchiodavano i suoi comportamenti scorretti ed estremamente intolleranti.
Mentre il maresciallo della polizia di Chiaia infieriva sulla coppia di cittadini aggrediti con assurde ed alte multe, a pochi metri di distanza una vettura diruta parcheggiava in maniera frettolosa, sfregiando l’auto del disabile e senza fermarsi o scusarsi. Alchè la compagna del proprietario della macchina graffiata-danno che si aggira sui mille euro- ha immortalato la scena con fotografie ed astanti, i quali si sono definiti persone probe e pronte a testimoniare. Dunque è stata sporta immantinente denuncia alla Generali, ente assicurativo della macchina del giornalista, per il risarcimento del danno; solo che la vettura colpevole era sprovvista da copertura assicurativa, per cui l’assicuratore ha inviato la pratica al rinomato studio Gespra, che collabora proprio con Generali, per procedere al risarcimento del giornalista elargito esattamente dal fondo finanziario detenuto da Generali medesima.
Agli avvocati di Gespra che postulavano un risarcimento alla macchina assicurata con Generali che ha subito graffi vistosi, è stato risposto negando l’evento, ribaltando la dinamica, descrivendo la scena come mera farneticazione della compagna del proprietario della macchina graffiata, e richiedendo a questi ultimi, un risarcimento monstre. Da qui è è partita la querela dei diretti interessati, contro i responsabili del sinistro, accusati di essere assistiti da uno studio che si è distinto per fraudolenti atti similari. Alla fine i clienti dello studio antitetico a Gespra, hanno ammesso la reità reclamando la valutazione dell’automobile danneggiata da un proprio perito, teleologica al pagamento dei danni in forma molto minore di quanto effettivamente fosse. Il perito della controparte del danneggiato, ha provato in maniera illecita a chiamare e visionare senza accordi con gli avvocati del danneggiato, l’auto da risarcire. Così la causa sta proseguendo con la certezza di un giusto risarcimento e delle spese legali da parte del Fondo vittime della strada, tuttavia la tempistica è procrastinata di molto a causa della farraginosità della macchina burocratica e della giustizia.
Il giornalista disabile, nell’attesa, ha dovuto chiedere un prestito per farsi riparare la vettura: così esso è stato sferzato clamorosamente, dapprima dal maresciallo che gli ha confiscato il contrassegno, offeso la compagna a mò di provocazione, comminato due pesanti multe per illegalità non commesse; sferzato poi dall’aggressore che ha negato le responsabilità costringendolo ad una causa dopo avergli sfrisato la vettura; colpito dolorosamente dalla magistratura lenta, che lo ha costretto a provvedere in autonomia ed indebitandosi, alla riparazione del veicolo.

Vocabolario
*Sferzato: colpito fortemente.
*Confiscato: preso d’autorità.
*Procrastinata: rimandata nel tempo.