Di Rita Lazzaro
“Mi chiamo Thomas Ciurleo , ho 19 anni , il mio nome d’arte è Timido e sono un ragazzo con dei tratti autistici. Ho un sogno da 5 anni: diventare un rapper famoso e fare una canzone con il rapper J-Ax. Ho fatto 4 canzoni , due le ho fatte con un’associazione che si chiama ” Fondazione Aquilone Onlus ” e due le ho fatte da solo”.
Sono queste le parole del 19enne Thomas Ciurleo, in arte Timido. Thomas è un ragazzo con tratti autistici e come molteplici giovani ha un sogno: diventare un rapper.
Oggi per dare voce anche ai disabili” parleremo della sua passione, dei suoi progetti e naturalmente dei suoi sogni.
1)Thomas come e perché è nata questa passione per il rap? “La passione di cantare l’ho avuta sin da piccolo.. mi piaceva cantare e ascoltare tanta musica.. poi dai 15 anni in su ho iniziato ad ascoltare musica rap e mi sono appassionato”. 2) Oltre alla passione per la musica, cosa fai nella vita e cosa vorresti fare in futuro oltre a dedicarti alla musica?
“Per adesso non sto facendo nulla, sto a casa e l’unica passione che ho è la musica”.
3)Quali sono i tuoi progetti in corso o che intendi intraprendere per realizzare questo sogno nel mondo della musica?
“Come progetto sto scrivendo , facendomi aiutare da un’amico, una nuova canzone e mi piacerebbe poterla cantare davanti ad un pubblico e magari un domani poter fare una canzone con il mio cantante preferito , che è J-Ax”. 4) Quanto ti aiuta la musica nel vivere l’autismo?
“Mi aiuta tanto , perché mi rilassa e mi fa stare bene con me stesso”.
5)Cosa consigli ai ragazzi che, come te, vivono questa situazione?
Consiglio di appassionarsi a qualcosa che li renda felici e soddisfatti.
Si parla di inclusività, soprattutto in questi ultimi tempi. 6)Cosa ne pensi a riguardo? Le persone autistiche sono davvero trattate in modo inclusivo o c’è ancora tanto da fare? Se è così da dove si deve partire?
“Penso che ancora tanta gente non capisca realmente questo tipo di malattia , bisognerebbe farla capire di più , soprattutto partendo dalle scuole , anche perché noi non siamo diversi dagli altri e abbiamo bisogno di essere apprezzati”.
“ Bisogno di essere apprezzati” parole che graffiano soprattutto se dette da un ragazzo che vive di sogni e per i sogni che intende realizzare come quello della musica. Una forza che va oltre gli ostacoli ed i pregiudizi.
Una forza che è infatti universale a prescindere da chi ne faccia la sua ragione di vita. Un principio che uno stato di diritto dovrebbe tenere ben presente ma soprattutto applicare.

Va a proposito della gestione delle disabilita’ e dell’inclusivita’ di bambini autistici, quanto il personale scolastico ed in larga parte extrascolastico, non sia formato a dovere per suffragare e fornire valore aggiunto alle persone affette da suddetta patologia, e binariamente che una dovizia di insegnanti che si avvicina all’insegnamento di sostegno lo fa in guisa scevra da passione e motivazione, bensi’ per una questione di scorrimento delle graduatorie ed anche per la necessita’ di sbarcare il lunario in base ai propri studi. Ecco la cagione che implica il dovere per lo stato di pagare in misura assolutamente maggiore, oltre ai docenti classici, quelli che si occupano della formazione e dell’inserimento di bambini e persone affette da autismo a da morbi analoghi.
Al di fuori della scuola, secondo i dati e le statistiche, lo Stato potrebbe e dovrebbe rafforzare i professionisti impegnati con disabili, persone con la sindrome di Down, persone autistiche, sgravando totalmente, sul piano economico, le famiglie in cui vivono le persone del caso, ed implementando i punti curriculari, i salari ed i servizi, alle persone che professionalmente se ne occupano. Sarebbe quest’ultima strada, una fattiva e coriacea possibilita’ di redenzione per tutti, inclusione dei disabili e degli autistici, premiazione ed incentivazione del personale medico, paramedico e scolastico.