Mio figlio no

Una scuola senza alcun preavviso, ha visto gli studenti di un Liceo di Rovereto assistere ad incontri sulla fluidità/disforia di genere e sul disagio psichico, senza che i genitori ne sapessero nulla.

Nel primo incontro, due mamme hanno raccontato la transizione dei propri figli.

Nel secondo, una ragazza ha parlato del suo tentato suicidio.

Nessun consenso. Nessuna informazione preventiva. Nessuna possibilità per i genitori di dire no.

Un altro episodio grave.

Un’altra scuola che ha bypassato le famiglie.

Condividi ora la petizione e aiutami a fermare questa deriva.

Questo è accaduto al Liceo Artistico Depero di Rovereto, dove è stato attivato un progetto scolastico promosso dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia Autonoma di Trento.

Una mamma ci ha scritto, decisa a far valere i suoi diritti: essere informata, conoscere i dettagli dell’iniziativa.

Dopo la sua protesta – e la nostra denuncia formale alla scuola e al Ministero – la dirigente ha fornito solo titoli generici, senza entrare nel merito dei contenuti proposti ai ragazzi.

Così, nel silenzio, si insinua l’idea che si possa “nascere nel corpo sbagliato”.

Così colpiscono i più fragili, tenendo all’oscuro proprio chi dovrebbe proteggerli.

È per questo che è nata la campagna MIO FIGLIO NO.

siamo ad un passo dalla nostra meta: una legge che obblighi il consenso informato per ogni attività scolastica su sessualità, affettività e identità di genere.

Il Ministero dell’Istruzione ha avviato l’iter, il testo è quasi pronto. Ma le famiglie non possono più aspettare.

Aiutami a moltiplicare la pressione adesso, condividendo questa petizione con tutti i tuoi contatti.

Negli ultimi mesi, grazie alla tua firma e a quella di oltre 36.000 persone, abbiamo ottenuto un primo risultato politico concreto.

Il Ministro Valditara ha accolto la nostra richiesta: in Consiglio dei Ministri ha presentato un disegno di legge per introdurre l’obbligo del consenso informato dei genitori su ogni attività scolastica riguardante sessualità, affettività e identità di genere.

È un passo importante, ma serve accelerare: il testo non è ancora definitivo e deve arrivare al più presto in Parlamento.

Solo una mobilitazione forte può evitare rallentamenti o blocchi.

E infatti, i collettivi LGBTQ e la sinistra radicale si stanno già muovendo.

A Brescia, gruppi transfemministi hanno provato a impedire l’ingresso al nostro convegno “Mio Figlio No”, con cori, cartelli e intimidazioni.