Luana Ilardo: ” perdono gli assassini a condizione che si assumano le loro responsabilità”

Luana in questi anni si sta battendo per la verità, la giustizia e la dignità della memoria vera. «La mafia ha fatto la mafia, lo Stato non ha fatto lo Stato», «Lo Stato ha ucciso mio padre», «Mio padre è l’ennesimo omicidio con dei mandanti istituzionali». Queste le pesanti denuncie di Luana Ilardo pubblicate nei mesi sui social.

Trame e intrighi, depistaggi e zone d’ombra. È il filo nero (e rosso sangue) che unisce tutta la storia repubblicana italiana. Vicende in cui pezzi dello Stato hanno incontrato mafie, eversione, massoneria e ogni potere sporco. Scendendoci a patti fino a saldarsi insieme. Il Paese delle verità di comodo in cui si tacciono, si considerano proibite ed indicibili le verità vere e reali.

Luigi Ilardo è stato prima lasciato solo dallo Stato poi fatto fuori, ammazzato, la figlia Luana in questi anni si sta battendo per la verità, la giustizia e la dignità della memoria vera. «La mafia ha fatto la mafia, lo Stato non ha fatto lo Stato», «Lo Stato ha ucciso mio padre», «Mio padre è l’ennesimo omicidio con dei mandanti istituzionali». Queste le parole di Luana Ilardo, parole forti. Forti come un macigno. La sua lotta è la lotta di tutti i cittadini che ricercano la verità. Tutto si gioca sul filo della Trattativi Stato Mafia. Quella trattativa ormai più che certa, grazie ad inchieste e sentenze, anche se oscenamente c’è chi continua a sparlare e scrivere di presunto. Non c’è nulla di presunto e c’è tutto di acclarato e accertato. Ilardo è Vittima dello Stato e della mafia che, ancora oggi, non viene mai menzionato come vittima di mafia. Nonostante esista ormai anche una sentenza di Cassazione e la verità indicibile e proibita è stata ampiamente detta, i veli delle menzogne di regime e dei depistaggi di Stato, mafia, massoneria e poteri marci ampiamente squarciati.

Luana Ilardo ai microfoni di wordnews.it in una recente intervista ribadisce la verità vera, denunce e riflessioni a cuore aperto, senza remore, con coraggio, con la forza di cuore, mente e anima. Siamo partiti dall’intervista al colonnello Riccio, il cui cammino mentre si cercava di arrestare Provenzano e infedeli uomini dello Stato manovravano perché l’arresto non avvenisse, fino alla sentenza di Cassazione. A questa sentenza è legata, ennesima dimostrazione di quanto certe verità sono considerate indicibili in questo Paese senza memoria e troppo spesso senza giustizia, anche una recente scoperta della stessa Luana Ilardo: la cancellazione dal suo profilo facebook di tantissime pubblicazioni avvenute in quelle settimane. Da parte sua e di tanti che hanno condiviso con lei notizie, articoli, inchieste e approfondimenti.

In quest’intervista Luana Ilardo denuncia, ancora una volta, le responsabilità – che troppi non hanno pagato come lei stessa ha sottolineato alla fine dell’intervista – di chi ha assassinato il padre Luigi, di chi ha tradito ripetutamente lo Stato e la giustizia. E sono stati ricordati veri magistrati, indipendenti e coraggiosi, che la giustizia servono fedelmente ogni giorno e contro le mafie e ogni potere sporco sono impegnati ogni giorno. Magistrati come Di Matteo, Lombardo, Gratteri, Scarpinato. Se Luigi Ilardo avesse incontrato loro, è il pesante interrogativo che Luana Ilardo pone durante l’intervista, le cose sarebbero potute andare diversamente, Provenzano arrestato con lustri di anticipo e Luigi Ilardo non assassinato.    

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