Il motivo per il quale latitano i soldi per imprese e cittadini italiani, da parte dell’Europa, con tanto di dardi incrociati riguardo il debito ed il deficit italiani piu’ alti dei paesi europei, si scherma attraverso un dato: la percentuale di debito pubblico italiano detenuto all’estero, di deficit e di spesa pubblica, figurano le piu’ basse in Europa. Lo affermava recentemente il finanzialista Valerio Malvezzi.
Il proposito primario dei piani alti della politica e finanza europee consiste oggi piu’ che mai, di acquistare la percentuale maggiore del debito italiano sottraendola cosi’ ai correntisti nazionali, e dirigere gli investimenti derivanti dagli interessi finanziari e dai risparmi privati dei cittadini italiani su opere decise altrove e non sempre su suolo italiano.
Managerialmente assume un ruolo vitale il tema di tutela dei risparmi degli italiani, da parte di banche commerciali, fondi di investimento ed altri vari conglomerati finanziari, che vogliono continuare a speculare sul risparmio privato italiano mediante l’innalzamento dell’imposizione fiscale, il taglio agli investimenti politici e pubblici e la alienazione del risparmio privato italiano, dai territori in cui esso si e’ raggranellato; tutto cio’ per ripagare gli interessi sui debiti e finanziamenti; inoltre orbando lo stato di una propria moneta controllata e di istituti bancari, politici e legislativi pubblici, il grande potere europeo ed americano intende controllare l’Italia depotenziandone il settore produttivo e professionale al fine di imporne una linea politica che spoliera’ la sua popolazione, di alte porzioni dei risparmi accumulati.
E’ cosi’ opportuno riaffermare la centralita’ e la guida pubblica dell’Italia, per mezzo della privazione del suo potere finanziario, grand’industriale, politico e legislativo, dalle grinfie delle associazioni finanziarie private oriunde o italiane.
Il potere di acquisto italiano, si evince da alcuni grafici del professor Malvezzi ed esposti su Canale Italia, si e’ dimezzato rispetto agli anni novanta, con i conti correnti pur ancora pingui dell’Italia, nelle disponibilita’ di banche quasi tutte straniere: oggi su 2000€ mensili di stipendio, una famiglia ne spende 1950€ per vivere; con la lira il 30% di salari e pensioni rimaneva sui conti correnti.
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