Avere il coraggio di confutare le tesi supportate dai principali gruppi religiosi del tempo, è un’opera forse improvvida ma a volte necessaria. I complottisti sono sempre esistiti e hanno combattuto con gli stessi metodi, nonche’ sono stati abbattuti con le medisime modalita’ odierne. Il peccato di cio’ e’ che essi avevano nella maggior parte dei casi ragione. La censura ha obliato e smussato le critiche, in ogni tempo, fino ai giorni attuali in cui la retorica antitetica all’austerita’ finanziaria e’ diventata il nuovo mantea: una decade fa invece, coloro che nel mondo accademico e professionale oltre che politico, avvaloravano la tesi dell’antiausterita’, subivano gogne mediatiche ed emarginazione politica e professionale: tra i censori della cattiva amministrazione poggiante sull’austerita’ finanziaria, il professor Bagnai si e’ sempre distinto ed oggi ha subito un’ulteriore aggressione da parte di Google, che ne ha cancellato il blog che dalla critica all’austerita’ finanziaria e’ sfociato in quella del sistema vigente teleologico alla poverta’ italiana. Ecco il motivo per cui il geniale filosofo francese Cartesio venne bruscamente osteggiato dalle congreghe religiose del seicento, in particolare quella dei gesuiti cui afferisce l’ultimo papa argentino Francesco. Per De Chartre, italianizzato Cartesio, professore e filosofo di nobili natali i cui beni ereditari gli consentirono di non lavorare per sbarcare il lunario, dio era nell’uomo, non al di fuori. Ecco dunque l’importanza dell’aforisma “Cogito ergo sum” per esplicitare l’importanza antropologica e mondo-centrica del ragionamento, per l’uomo, per il mondo. Tuttavia un’affermazione del genere, di stampo rivuluzionario, anelò al Cartesio, ogni sostegno accademico e religioso, da parte dei padri gesuiti presso cui egli studiò, e di coloro che in privato tessevano le lodi del filosofo, perfino dei propri giovani sostenitori: questi ultimi finirono per scontrarsi con il Cartesio, alcuni accusati di plagio per opere nettamente inferiori ai numerosi trattati cartesiani, molti dei quali incompiuti.
Caertesio sosteneva un’unificazione, quasi classificazione del sapere, alla luce della credenza che tutto il sapere fosse interconnesso, alla stregua del creato.
Da qui lo sforzo nell’analizzare le cose, le idee in modo “chiaro e distinto”, insieme al fatto che dio è nell’uomo e quest’ultimo pur nelle proprie limitazione e negli svarioni, sia divino in molti tratti. Allora inutile diventa esecrarsi vicendevolmente allorchè ci si distacchi dalla propria intrinseca divinità; ma il fatto che l’uomo e’ animato, mosso dalla ragione, è la caratteristica che più accomuna l’uomo a dio, anche se in modo finito, non infinito. Il problema degli anticomplottisti risiede nel considerare il pensiero dell’uomo infinito, e definirsi pertanto divini cosi’ da prendere decisioni teologiche ma esiziali come l’imposizione della modificazione genetica a tutto il creato modificando l’equilibrio terrestre; oppure classificare la forza umana in base alla prosperita’ e lasciando dietro i deboli ed i poveri, in antitesi ai precetti divini di cui gli anticomplottisti sarebbero sedicenti praticatori.