Ius scholae, Bersani, Autonomia, Vannacci e non solo: Rita Lazzaro intervista Rubini

“Sono contrario allo Ius Scholae, la cittadinanza va data a chi la merita;Io alla guida della destra? Al momento non ci penso, ma io faccio l’incursore: ogni opportunità è un vasetto di miele.
Sono queste le parole rilasciate dall’europarlamentare Roberto Vannacci in un’intervista a La 7.
L’ex generale è noto per il suo libro “Il mondo al contrario” autopubblicato l’anno scorso e tacciato di fascismo, razzismo, omofobia ed altri marchi ormai diventati il cavallo di battaglia della sinistra.
Un personaggio che, indubbiamente, ha fatto e continua a far discutere per le sue idee e di cui parleremo con Fabio Rubini Vice-Capo Servizio di Libero.


1)Dott. Rubini, lei sui social ha postato una serie di immagini che la ritraggono con l’ex generale. Condotta questa, che, sicuramente, non si vede spesso nel mondo del giornalismo.
A tal proposito, da italiano e da giornalista, pensa che Vannacci possa diventare il capo della destra?

“Le immagini si riferiscono ad un’intervista pubblica fatta al generale. Io penso che in questo momento Vannacci rappresenti sicuramente una novità politica. Per il resto, è ancora all’inizio della sua attività politica dunque, adesso, è impossibile dire se sarà a capo o meno della destra. In questo momento lui sicuramente ha ottenuto un buon successo elettorale alle europee ed ora la prospettiva è cambiata, in quanto deve dimostrare di saper fare quello per cui è stato eletto. Una situazione che quindi rappresenta un po’ una sfida che sia lui sia la Lega, che lo ha candidato, si stanno giocando”.

2) Secondo lei, perché Vannacci ha avuto tutto questo sostegno e quindi tutto questo successo politico?

“A mio avviso, il forte consenso politico che è riuscito ad ottenere deriva dall’ aver espresso idee che sono più o meno condivisibili, ovviamente non tutte, però ha detto quello che la gente pensa e che questo politicamente corretto ormai esasperato mette a tacere. Viviamo in un mondo dove non si può più dire nulla e dove ogni parola che si scrive deve essere bilanciata, altrimenti qualcuno si
offende ed è un attimo che gli venga affibbiato un epiteto. Ecco perché, secondo me, il successo di Vannacci sta proprio in questo, ossia nell’esprimere concetti che una buona parte della società civile pensa. Aspetto questo, dimostrato dallo stesso titolo del libro dell’ex generale “Il mondo al contrario”. Non per nulla, spesso diciamo che viviamo in un mondo che va al contrario. Situazione
che esisteva anche prima del libro di Vannacci. Per questo motivo, lui, in qualche modo, ha dato voce ai silenziati dal politicamente corretto. È stata un’operazione molto scaltra. Infatti, la sinistra gli ha dato una buona mano, visto che ogni polemica contro di lui è stata una buona campagna pubblicitaria anche e soprattutto durante la campagna elettorale delle europee. Da questo punto di
vista lui è stato un buon stratega. Non dimentichiamoci che ha speso la sua vita da militare ed è stato un generale dell’esercito. Quindi non si sta parlando di uno sprovveduto. È una persona che sa fare strategie. Ecco perché molte delle provocazioni che lui ha introdotto in questi mesi erano studiate. La sinistra ha abboccato e lui se ne è giovato. È una strategia abbastanza chiara. Adesso
deve dimostrare se è in grado di svolgere il ruolo che gli elettori gli hanno dato”

3) Secondo lei ne sarà in grado o si perderà strada facendo?

“Sinceramente non ne ho idea. Ripeto, mi sembra che il background, anche culturale, sia solido; quindi, diciamo che le premesse affinché possa riuscire a fare bene l’europarlamentare ci sono tutte. Tenendo anche presente che è entrato in un mondo che non conosce, che è molto dispersivo. Però, secondo me, lui ha delle qualità per potercela fare, mi riferisco al suo ruolo di
europarlamentare. Dal punto di vista di un eventuale leader politico, ripeto, è ancora un po’ presto.
Facendo l’analisi dei voti che ha preso, alla fine dei conti non ha spostato voti da Fratelli d’Italia, stesso discorso con Forza Italia che ha posizioni più moderate. Quindi, alla fine, i voti li ha presi fondamentalmente da quella destra che non andava più a votare e la stragrande maggioranza l’ha presa dai leghisti che hanno apprezzato la proposta di Salvini. Quindi, secondo me, lui sa di non
avere ancora la forza di poter fare un suo partito; e chissà se ce l’avrà mai. Vannacci ha come orizzonte, secondo me, le lezioni politiche del 2027. Quindi ha davanti a sé questi tre anni, dove bisognerà vedere che cosa accadrà. È impossibile dire adesso se nel 2027 si farà un partito. Lo scorso sabato ero a Pinzolo ad un evento organizzato dalla Lega e lo stesso Salvini ha detto dal palco di avere molti progetti con Vannacci. Parole che fanno supporre che la presenza dell’ex generale nella Lega non sarà breve. Poi, ripeto, tre anni in politica sono parecchi; quindi, non si può sapere cosa avverrà di fatto”

4) Lei prima ha menzionato FI descrivendola come una forza politica più moderata rispetto alla Lega e ad FdI. A tal proposito, Flavio Tosi, coordinatore di Forza Italia in Veneto, ha dichiarato alla Stampa: «Ormai la Lega è tutto e il contrario di tutto. Salvini è stato strategico a candidare il generale Vannacci alle Europee perché sennò andava al 7%. Ma Vannacci, per la Lega, è e sarà un problema». Secondo Tosi, l’ex generale rappresenta «l’esatto opposto rispetto al Carroccio che ho conosciuto io». Non solo, Tosi ha voluto altresì ricordare un altro aspetto dell’eurodeputato leghista: «Bossi diceva: “Mai con i fascisti”. Non so se Vannacci si definisce fascista, ma per tutti i richiami che fa e per le posizioni che assume, di fatto lo è». E, a proposito delle accuse di Fascismo, Vannacci è stato chiaro a riguardo: “Non mi sento offeso perché il Fascismo è finito 80 anni fa, è come se mi dicessero di essere napoleonico, giacobino: sono tutti movimenti terminati che non si ripeteranno mai nella storia “.
Dott. Rubini secondo lei, questi sono attacchi fondati o Vannacci è semplicemente una voce fuori dal coro?

“Penso che Vannacci sia una voce fuori dal politicamente corretto. Dal coro no, nel senso che non è l’unico. Diciamo che è quello che ci è riuscito meglio di altri. Penso, per esempio, a un Vittorio Feltri, che è stato il mio direttore per vent’anni, e penso che voce più fuori dal coro di lui non ci sia. Lui queste cose le diceva molto prima di Vannacci. Diciamo che il generale fa parte di una serie di personaggi che, comunque, non si piegano al politicamente corretto. Dopodiché, ripeto, secondo me, molte delle sue provocazioni sono studiate. Poi sul Fascismo, che dire…Io sono del 73, quindi
sono nato che era morto e sepolto da un pezzo. Ho visto crollare il muro di Berlino e l’ideologia comunista. Adesso, però, siamo nel 2024 e, secondo me, Fascismo e Comunismo non esistono più.
Infatti, sono solo due ideologie sanguinarie, che hanno fallito nei loro propositi e che sono state condannate dalla storia. Punto. Smettiamola di parlare di questi problemi fantasma. I fascisti sono nella testa della sinistra che ne ha fatto ormai il suo cavallo di battaglia”.

5) A proposito di provocazioni, l’ultima è stata quella su Paola Egonu. Una polemica che, in realtà, era già sorta l’anno scorso col libro dello stesso Vannacci, precisamente nella parte in cui parla del concetto di italianità. Un passaggio in cui menziona la pallavolista della Nazionale, scrivendo
testualmente: “Anche se è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità”.
Un’ affermazione che ha portato la Egonu a querelare l’europarlamentare. Un’accusa di diffamazione che, però, è stata archiviata lo scorso giugno dal tribunale di Lucca.
Un concetto di italianità che Vannacci continua a sostenere e difendere, come successo col suo commento alla fine delle Olimpiadi in cui l’ex generale si è complimentato con le atlete, inclusa la
Egonu: “Sono contentissimo che la squadra italiana di volley abbia vinto e faccio i complimenti a tutte le atlete, anche a Paola Egonu che è una bravissima atleta, italiana. Non ho mai messo in dubbio la sua italianità, ma continuo a ribadire che i suoi tratti somatici non rappresentano la
maggioranza degli italiani.
Dott. Rubini questo concetto di italianità si può considerare frutto di un’ideologia razzista?

“Sinceramente non è un tema che mi appassiona, nel senso che, ci sono delle leggi, e se la legge dice che Paola Egonu è italiana, la Egonu è italiana, punto. Vannacci non dice che non lo è o che
non possa giocare nella Nazionale, sostiene che la giocatrice non ha i tratti somatici tipici del popolo italiano. Questa osservazione può piacere o meno, ma ha un suo fondamento. Personalmente come tematica non mi prende particolarmente, nel senso che non mi sono mai posto il problema se la Egonu rappresentasse o meno i tratti dell’italianità, ma è evidente che c’è una larga fetta di italiani che sostiene la visione di Vannacci sulla questione. Io, ripeto, la vedo come una provocazione politica studiata che, piaccia o meno, ha colto nel segno”.

6) A proposito di battaglie affrontate da Vannacci e di quanto lui ha scritto sul suo libro, cosa appoggia e cosa invece non condivide?

“Noi giornalisti meno giudichiamo e meglio facciamo il nostro mestiere. In questi mesi ho raccontato quello che Vannacci ha scritto e detto ma senza giudicarlo. Non come ha fatto la sinistra. Poi non ci sono battaglie che appoggio o condanno in toto. Diciamo che non ho apprezzato alcuni giudizi sugli omosessuali, perché, alla fine sono cose private per cui ognuno,
come direbbe Feltri, sotto le lenzuola fa quello che vuole, e nessuno lo può giudicare. Invece, ho trovato condivisibili gli attacchi di Vannacci ad ideologie come quella gender, visto che a mio avviso si sta andando oltre il buonsenso. Avanti di questo passo finirà che ci si dovrà sentire in torto per essere etero”.

7) A proposito di comunità Lgbt, Vannacci ha puntato il dito non solo contro l’ideologia arcobaleno ma anche contro l’attuale femminismo ed il movimento animalista, in quanto li considera un pericolo per la famiglia tradizionale, considerata dallo stesso Vannacci “l’unica cosa di indiscutibilmente positiva che la società possa offrire”.
Secondo lei, lei la famiglia tradizionale è davvero minacciata da queste ideologie?

“Io sono preoccupato, perché c’è questa ondata di pensiero secondo cui la famiglia tradizionale, ossia un uomo ed una donna che stanno insieme e magari si sposano, è un qualcosa di sbagliato. È questa la condotta che trovo pericolosa, cioè questa cultura gender che vuole spiegare ai ragazzini che non esiste il sesso uomo\donna, che non c’è mamma e papà ma che esiste invece genitore1 e genitore 2. Ecco, io questa ideologia, al pari di Vannacci e di tanti altri, la combatto. Questo perché, secondo me, non sono sane. Dopodiché non bisogna esagerare nemmeno nell’altro verso.
Se una donna vuol stare con un’altra donna che problema c’è? Se un uomo ama un altro uomo, che problema c’è?”.

8)Lei ha parlato di genitore1 e genitore2, a tal proposito, è d’accordo che un bambino abbia due padri o due madri, vedendosi così privato di una figura genitoriale?

“Su questa tematica non ho una posizione netta, perché, a mio avviso, ci sono tante componenti
che vanno valutate, anche sotto un profilo psicologico, da persone che sono abilitate a farlo. Per questo motivo, non sono aprioristicamente né pro né contro. Sono situazioni che vanno valutate caso per caso. Invece, sull’utero in affitto sono contrario, in quanto è una pratica in cui una donna vende o, addirittura, dona il suo utero per dare il figlio ad un’altra persona. Avere un figlio non è un diritto, è una possibilità”.

9) Si è parlato di provocazioni in cui Vannacci ha risposto in maniera diplomatica come il non ricorrere a querele contro chi lo definisce “fascista”. Però la sua reazione è stata ben altra verso
Bersani. Quest’ultimo, l’anno scorso, alla festa dell’Unità di Ravenna aveva chiesto provocatoriamente: “Ma scusate, se in quel bar lì lui puoi dire tutte queste cose, è possibile dare del coglione a un generale?” Vannacci si è detto disponibile a ritirare la querela che ha portato al
processo l’ex segretario del Pd a condizione che “formuli scuse pubbliche”. La risposta, arrivata in breve tempo, è stata la seguente: “Quando Vannacci avrà chiesto scusa ad ebrei, femministe, omosessuali, neri e a tutti gli ‘ anormali’ del mondo, avrà anche le mie scuse”.
Come commenta la risposta di Bersani?

“Io penso semplicemente che Bersani abbia insultato Vannacci e, colto in castagna, l’ex segretario del Pd ha replicato col solito modo di fare della sinistra: con l’arroganza di chi si sente sempre nella ragione e mai nel torto, che può insultare ma non può essere insultata. Vannacci ha fatto bene a querelare”.

10) A proposito di destra e sinistra, si dice che lo Ius Scholae sia soltanto la punta dell’iceberg di un governo diviso su tante tematiche: dall’Autonomia differenziata alle presidenziali.
A suo avviso, come sarà l’epilogo?

“Mi auguro che la situazione venga ricomposta e che sia una battaglia estiva per provare un po’ a marcare il territorio durante i mesi estivi dove, magari, c’è un po’ meno attenzione sulla politica e quindi si cerca di accendere l’attenzione pubblica anche con queste provocazioni. Anche perché, se così non fosse, sarebbe un errore clamoroso per il centrodestra; dal momento che mai, come in
questa legislatura, c’è davvero la possibilità di cambiare il Paese e già lo si sta vedendo con vari passi avanti che sta facendo questo governo”.

11) Quali sono i cambiamenti più incisivi che, a suo avviso, hanno cambiato l’Italia in meglio e quali invece si sarebbe aspettato?

“Tra quelli più incisivi c’è il provvedimento come il piano casa di Salvini, ma la cosa più importante è quella di cercare di mettersi in sintonia con quelli che sono i problemi della gente. Ho citato il piano casa, perché, appunto, interessa direttamente i cittadini. Un governo che semplifica la risoluzione
di un problema: questo, a mio avviso, significa governare bene. Capire quello di cui la gente ha bisogno. Noi siamo passati da governi di sinistra o tecnici, che quando c’era un buco di bilancio mettevano una tassa, a un governo che invece cerca di risolvere la situazione senza aumentare le tasse. Per questo motivo, sarebbe un peccato, oltre che un suicidio politico, far cadere il governo perché FI vuole lo Ius Scholae. Tema quest’ultimo, che non penso proprio sia tra le priorità degli italiani, inclusi i sostenitori di FI”.

12) Come vede il futuro non solo di questo governo ma della Nazione in sé e come pensa che procederanno sia la destra che la sinistra?

“Penso che questo governo andrà fino alla fine e mi auguro che gli italiani lo rivotino. Per quanto riguarda il futuro della destra lo vedo come è stato in questi anni. A mio avviso, ci sarà un’alternanza tra i partiti che sono “condannati” a rimanere insieme ma lo sono da trent’anni, è un’alleanza ormai consolidata. Mentre la sinistra è un po’ tutta da costruire ma anche lì è una
questione storica. Nel senso che loro, da sempre, sono divisi e generalmente trovano un accordo elettorale su un unico punto del programma: mandare a casa le “destre”. Su come vedo il futuro dell’Italia, mi auguro da fervente autonomista, da quando avevo 16 anni, che l’Italia diventi il Paese delle autonomie differenziate”.

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