Iran-Usa: e’ quasi accordo

Gli inviati dell’Iran e degli Stati Uniti hanno concordato di proseguire i colloqui volti a limitare la capacità di Teheran di sviluppare un’arma nucleare, dopo un  primo incontro svolto sabato.

L’inviato speciale Steve Witkoff ed il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi hanno parlato in gran parte indirettamente in un primo scambio mediato dal ministro degli Esteri dell’Oman Sayyid Badr Albusaidi.

Secondo una dichiarazione pubblicata dalla televisione di Stato iraniana, Witkoff e Araghchi hanno anche parlato brevemente faccia a faccia, un evento che segna i primi colloqui diretti tra le due nazioni dai tempi dell’amministrazione Obama.

Il prossimo round di colloqui è previsto a breve, il 19 aprile.

Il primo scambio è avvenuto nell’arco di due ore in una località alla periferia della capitale dell’Oman, Muscat.

Araghchi ha anche descritto l’incontro come costruttivo in un’intervista alla televisione di Stato iraniana, affermando che durante la parte indiretta sono stati scambiati quattro round di messaggi.

“Penso che siamo molto vicini ad una base per i negoziati e se riusciremo a concludere questa base la prossima settimana, avremo fatto molta strada e saremo in grado di avviare vere discussioni sulla base di ciò”, ha affermato.

“Né noi né l’altra parte siamo interessati a negoziati infruttuosi… Entrambe le parti, compresi gli americani, hanno affermato che il loro obiettivo è anche quello di raggiungere un accordo nel più breve tempo possibile.”.

Registrazione audio trapelata: il capo dell’AIPAC spiega l’influenza sul team di sicurezza nazionale di Trump

The Grayzone ha ottenuto registrazioni audio trapelate dalla convention AIPAC del 2025, in cui il direttore esecutivo dell’AIPAC, Elliot Brandt, si è vantato del fatto che la sua organizzazione ha sponsorizzato diversi alti funzionari della sicurezza nazionale nell’amministrazione Trump e ha accesso alle loro conversazioni per assicurarsi che continuino a seguire l’agenda di Israele.

Questa è un’ulteriore prova dell’influenza di Israele sulla politica degli Stati Uniti.

[Fonte]

La prima informazione da dare sulla decisione di Trump sui dazi è che NON sono stati sospesi, come hanno falsamente scritto gli organi di stampa e la solita falsa controinformazione. Trump ha imposto dazi ancora più elevati alla Cina e il 10% a tutti gli altri per 3 mesi in attesa che le sue condizioni siano soddisfatte. Molti Paesi non possono e non vogliono soddisfare le richieste di Trump, e quindi si tornerà con ogni probabilità al punto di partenza. I mercati lo hanno capito e infatti da stamane il petrolio è di nuovo in calo e il dollaro si sta svalutando sull’euro. Trump in questo momento è in controllo assoluto.

I dazi di Trump tangono perfino Israele e l’operato del magnate americano confuta la tesi sbandierata dal mainstream occidentale, che lo vede sionista o subordinati agli interessi di Tel Aviv.

Altre notizie paradossali  dal mondo:

  • La raccolta massiccia di dati privati da parte del regime comunista cinese è tornata al centro dell’attenzione pubblica dopo che una ragazzina di 13 anni ha scatenato una tempesta su Internet “aprendo scatole”, termine gergale cinese per indicare il doxxing, ovvero la divulgazione pubblica di informazioni private o identificative su qualcuno senza il suo permesso. La  Cina comunista rappresenta il modello dittatoriale di controllo statale acutissimo  che certe masnade   di potere bramano di impostare in Europa ed America.