In Finlandia ex ministro rischia carcere per un versetto biblico su Twitter

Rasanen e’ incorsa nelle ire incrociate della chiesa evangelica luterana in Finlandia, e del governo subordinato ad una forma analoga di legge Zan: lo riportano i quotidiani citati a pie’ di pagina da parte della Ong “Citizen go”, fra le associazioni pro vita e a difesa della cristianita’ e delle tradizioni. Il tutto è originato dal dissociamento dell’ex ministro scandinavo, verso la chiesa locale che ha manifestato di fianco all’organizzazione lgbtQ, ed ancora manifestando su Twitter una difformità di vedute tra l’ideologia pansessualista da applicare a scuola e società. Cosi’ il politico in questione ha rivendicato la propria visione religiosa cattolica, ed ha associato la questione omosessuale alla concezione biblica di essa. Con la pubblicazione sul suo social di un versetto di San Paolo, l’ex ministro finlandese è stata vittima di un processo penale per incitazione all’odio, attivato dall’associazione locale LgbtQ, che potrebbe culminare in un biennio di carcere.

La signora Rosanen tuttavia, non ha tergiversato nè si è “inginocchiata” alle proscrizioni del tribunale e del social network, bensì ha rimarcato la libertà di culto e di espressione agli articoli previsti nella Carta dei diritti Umani, affermando di non aver mancato di rispetto nè fomentato alcunchè. Infine la deputata in questione ha enfatizzato la comunità cattolica mondiale, troppo supina alla dittatura del politicamente corretto”, che in tal guisa smarrirebbe il suo dovere di farsi sentire, criticando ciò che è cristianamente ingiusto. La politica finlandese ha analizzato in profondità certe tematiche e intenti accentuati dai movimenti pansessualisti, riportandone l’ermeneutica cattolica ed infastidendosi per l’obbligo di tacere le vedute e leggi cristine in ambito social, politico e giuridico.

In Finlandia come nel resto d’Europa sono da tempo attive leggi analoghe a Zan, in cui è facile reputare un commento, un ragionamento ed un’azione “anticonformista” dal punto di vista LgbtQ, come reato penale. In Italia è prevista una norma a tutela delle minoranze ed antitetica alle diffamazioni che, a differenza della legge Zan, non indica gli omosessuali come categoria a parte, bensì come mera minoranza.

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