Così come alcune riforme sono indette o attuate per migliorare l’efficienza della cosa pubblica e sostenere i cittadini, è necessario per la figura del cosiddetto “manager politico”, mettere a bilancio e trovarle innanzitutto, quelle che sono le risorse a sostegno della collettività.

Dopo aver scovato una lettera redatta da un consigliere comunale, ho scoperto che la sua richiesta al sindaco consisteva nel mettere a frutto oltre una decina di immobili affittati con canoni irrisori. La perdita conseguente per l’erario comunale ammontava da ciò, a circa centomila euro annui. I destinatari di tali trattamenti di favore, figuravano essere dei partiti di ogni schieramento, anche uno tra essi ormai “defunto”. Giacchè tuttavia è in voga il concetto di sostegno globale al reddito, è apodittico il fatto che la messa in regime di beni comunali immobiliari, dovrebbe e potrebbe realmente sostenere un numero di cittadini da reimmettere nel mercato. Scegliere pertanto alcune promettenti famiglie, o nuclei famigliari individuali in difficoltà, consentirebbe agli enti comunali o comunque pubblici, di favorire, finanziare, la riabilitazione economica, professionale e sociale, di persone sostenute dai proventi della messa sul mercato dei beni statali, comunali o pubblici che siano. Un moderno, o meglio postmoderno sostegno fattivo al reddito del genere, fungerebbe da pseudo borsa di studio, a termine, con effetti benefici per l’istituzione ed i nuclei famigliari in questione. Il che sarebbe possibile con un connubio di gestione manageriale ed amministrativa creativa, alla stregua di algoritmi informatici creativi, oggi altrettanto indispensabili per la società.

Tuttavia lo stallo economico non deve essere imputato esclusivamente ai politici come un tempo fomento’ di fare Grillo, bensi’ alle cime della piramide finanziaria e alto industriale che ha di fatto privatizzato lo stato: la panzana secondo cui non ci sarebbero soldi per l’edilizia popolare, infatti, va rispedita al mittente e bisogna sceverare le responsabilita’ di stagnazione economica, degrado sociale e involuzione, tra organi finanziari, grande burocrazia, politica e multinazionali. Di certo uno stato con moneta sovrana puo’ investire a iosa per appianare le lacune derivanti da immobili mal sfruttati, politica clientelare e indigenza diffusa. Ma la politica deve tassativamente regolare la finanza anziche’ essere subordinata ad essa come oggi, senza essere esecrata come rea di tutti mali; altrimenti lo scenario nazionale fosco peggiorera’ e sara’ irreversibile.

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