Il neo ministro Orlando convoca i sindacati, si discute sui licenziamenti

Una scelta naturalmente apprezzata dai leader di Cgil, Cisl e Uil da sempre convinti che il dialogo e la concertazione siano imprescindibili. Tanto più in questo momento difficile per il Paese.

Sul tavolo Nunzia Catalfo ha lasciato dossier che non possono attendere. Il blocco deo licenziamenti è prossimo alla scadenza, 31 marzo,se non si interviene potrebbe scoppiare una bomba con danni senza precedenti.

Nel 2020 abbiamo perso 444 mila posti di lavoro e solo a dicembre si sono registrati 101 mila occupati in meno, di cui 99 mila sono donne. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri chiedono non solo di continuare ad osservare il blocco dei licenziamenti e di continuare a mantenere la cassa integrazione a carico dello Stato.

Il nuovo ministro dovrà anche decidere cosa fare del Reddito di emergenza, varato col decreto Rilancio, e della misura simbolo del M5S, il Reddito di cittadinanza, che a giudizio diffuso manca ancora della parte più importante l’inserimento nel mondo del lavoro per i percettori; di conseguenza, va disegnato il futuro dell’Anpal e dei navigator. Infine, resta il nodo pensioni: i sindacati vogliono un sistema più flessibile e pensioni di garanzia per i giovani.

Furlan definisce Orlando un ottimo politico con il quale sarà molto facile lavorare insieme tutelando il bene dei lavoratori. Anche Landini conosce bene Orlando e ha avuto occasione in appuntamenti pubblici di richiamare quella che è per lui una delle priorità del Paese: la lotta alla precarietà del lavoro

Orlando non sentirà solo la campana dei sindacati: martedì è la volta delle imprese.Queste ultime le più colpite dalla pandemia durante e post lockdown. Sarà in grando Orlando di accontentare entrambe le categorie senza far torto a nessuno? Solo il tempo potrà darci questa risposta.

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