Di Domenico Panetta
Ho due sogni: il primo è giocare un Mondiale, il secondo è vincerlo.
Diego Armando Maradona solo il nome fa tremare, anima fragile in un modo di avvoltoi pronti a stargli vicino solo per interessi economici, non hai mai avuto quella protezione mediatica che un Dio del calcio avrebbe meritato, in sette anni hai reso Napoli la città più forte del mondo, Diego hai portato la città sul tetto del mondo in tutti i sensi, insieme a te abbiamo imparato a gioire, a cantare, a divertirci. Si, proprio a divertirci e come eri in grado tu di farci divertire nessuno riuscirà mai a farlo. Chi potrà mai dimenticare la stagione 1986/1987 avevo undici caro Diego e mai avrei pensato di poter vedere Napoli piena di tricolori all’epoca esisteva disparità, grande disparità sociale tra i quartieri spagnoli, Mergellina, il Vomero, la Sanità quel 17 maggio ’87 Napoli era una sola; era tutta azzurra. Era la Napoli del Pibe Oro. Diego hai avuto la capacità di unire Napoli per un giorno questa città il 17 maggio 1987 non ha pensato a tutti i suoi problemi. Eravamo tutti uniti avvolti da un unico cuore azzurro, protetti dal più grande campione del calcio mai esistito sul pianeta, su tutti i pianeti semmai ne dovessero esistere degli altri. Diego non ho mai scritto di sport, mai in vita in mia e non avrei mai pensato di farlo ora, ora che Napoli piange per la tua scomparsa, lo sappiamo bene tutti Diego, non scomparirai mai… sarai sempre presente nei nostri cuori, nei nostri cori e nel nostro stadio, lo stadio che ti ha consacrato definitivamente DIO DEL CALCIO. Anche questa volta hai sorpreso tutti. Si Diego, proprio come uno dei tuoi dribbling quelli che lasciano senza parole hai fatto una della tue magie hai deciso di abbandonare il tuo cuore per restare definitivamente nei nostri. Hasta siempre Diego!