Quando vinci la lussuria, il diavolo cerca di tirarti indietro
Un saggio confessore una volta ricordò a un penitente che aveva superato il peccato di lussuria e vissuto castamente per quattro anni: “Sii vigilante, perché quando un vizio è vinto, il diavolo ne introduce un altro, spesso suo fratello”. Il penitente confessò di avere difficoltà con la gola, e il sacerdote spiegò con delicatezza il collegamento: sia la lussuria che la gola sono peccati di piacere smodato: desiderio di gratificazione sessuale e gola per l’indulgenza nel cibo e nelle bevande.
Lussuria e gola sono collegate perché entrambe distorcono i doni divini del piacere in desideri egoistici. Quando si cede alla gola, l’anima indebolisce la sua resistenza agli appetiti corporei, rendendo più facile ricadere nella lussuria. Come osservò San Tommaso d’Aquino, “La gola è la porta d’accesso all’impurità” (Summa Theologica, II-II, Q. 148).
“State attenti a voi stessi, che talora i vostri cuori non siano aggravati da crapula, ubriachezza e affanni della vita, e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso”.
— Luca 21:34, Bibbia di Douay-Rheims
Dal piacere all’ira: la prossima tattica del diavolo
Una volta superati lussuria e gola, il diavolo potrebbe suscitare ira nel vostro cuore. L’ira offre un altro tipo di piacere distruttivo: un’esplosione di potere, controllo e dominio. Diventerete facilmente irritabili, impazienti e inclini alla rabbia. Se temperanza, pazienza e castità non vengono rafforzate, l’ira aprirà di nuovo la porta all’ingordigia e alla lussuria.
“Adiratevi e non peccate. Non tramonti il sole sopra la vostra ira. Non date spazio al diavolo”. — Efesini 4:26–27, Douay-Rheims
Accidia: il parco giochi del diavolo
Dopo aver vinto la rabbia, si insinua l’accidia. Una mente pigra e oziosa diventa il parco giochi del diavolo, dove covano pensieri impuri, scoraggiamento e tentazione di peccare.
“Le mani oziose sono l’officina del diavolo”. (Proverbiale ma profondamente radicato nella saggezza monastica)
“Va’ dalla formica, o pigro, e considera le sue vie, e impara la saggezza”.
— Proverbi 6:6, Douay-Rheims
Come diceva San Girolamo: “Sii sempre occupato, così che ogni volta che il diavolo chiama, ti trovi occupato”.
Avidità e vanità: il fascino dei piaceri terreni
Se si resiste alla lussuria, alla gola, all’ira e all’accidia, il diavolo può offrire avidità e vanità come sue prossime armi. L’avidità porta ad accumulare ricchezze non per servire gli altri, ma per alimentare i piaceri terreni, spesso riconducendo alla lussuria e agli eccessi. La vanità porta a dare più valore all’apparenza, all’orgoglio e al prestigio sociale che alla virtù e alla grazia.
“Perché l’amore del denaro è la radice di tutti i mali”.
— 1 Timoteo 6:10, Douay-Rheims
I sette peccati capitali e il ciclo della tentazione
I sette peccati capitali – orgoglio, invidia, ira, pigrizia, avidità, gola e lussuria – sono strumenti che il diavolo usa in un ciclo. Un peccato sconfitto viene sostituito da un altro a meno che non si costruisca attivamente la virtù attraverso la preghiera, i sacramenti, la penitenza e l’abnegazione.
Una riflessione: Siate cauti sulla strada della conversione
La conversione non è la fine, ma l’inizio di una battaglia. Più un’anima si avvicina a Dio, più duramente il diavolo combatte per riportarla indietro. Senza la grazia di Dio, non possiamo vincere. Ma con Lui – attraverso la Santa Eucaristia, la Confessione, il Rosario, l’Adorazione e una vita di sacrificio – siamo vittoriosi.
“Senza di me non potete far nulla”.
— Giovanni 15:5, Douay-Rheims
Come sperimentò una volta San Benedetto da Norcia, il diavolo lo tentò con la lussuria ponendogli davanti agli occhi l’immagine di una bella donna. Ma, per grazia di Dio, riacquistò i sensi, si strappò le vesti e si gettò tra i cespugli spinosi per schiacciare lo spirito di lussuria con preghiera, penitenza e mortificazione.
Parola finale:
Custodiamo i nostri cuori. Abbandoniamoci a Dio. Quando siamo deboli, Lui è la nostra forza. Viviamo in costante vigilanza, preghiera e amore, affinché non cadiamo più, ma eleviamoci sempre più in alto nella grazia.
Fonte Tradizione Cattolica ed Evangelizzazione