Di Paolo Paoletti
INCHIESTA. I GIOVANI ANNEGANO NEL DISAGIO SOCIALE TRADITI E DISTANTI ANCHE DAL CALCIO. DE LAURENTIS ACCUSA: EUROPEI RUBATI, MA NEGA LA SPERANZA DI TANTI RAGAZZI. PRIMAVERA RETROCESSA, VIVAIO AZZURRO DISTRUTTO.
I fatti degli ultimi giorni impongono l’argomento già annunciato: il DOVERE dei club professionistici italiani di investire fortemente nei settori giovanili.
Un DOVERE, perchè, almeno in serie A, l’INTERESSE PUBBLICO delle SpA del calcio, è talmente prevalente, anzi PREVARICANTE, da costituire una insopportabile IMPUNITA’ rispetto ai doveri etici, morali, fiscali, legali, peraltro preservati da una altrettanto colpevole CONNIVENZA MEDIATICA, consentendo a presidenti, dirigenti, calciatori proprio tutto, ovvero di ogni…
Quali sono i fatti di rilievo che impongono di dibattere questo argomento?
L’efferato omicidio di Giulia, che sintetizza la condizione di disagio giovanile trasversale ed estremo; l’interesse strapopolare con cui Jannik Sinner è stato celebrato a Torino.
Sinner dimostra come si possa diventare campioni vicino alla gente perchè normali: niente tatuaggi, niente orecchini, niente vita spericolata, niente veline, niente vizi, niente problemi familiari. SOLO NORMALITA’, impegno, sacrifici, risultati di livello mondiale ad appena 22 anni!
Due ‘NEI’ anche per Jannik : 1. l’abbandono scolastico al quarto anno dell’istituto tecnico Walther di Bolzano – avendo cominciato a giocare a tennis ad 8 anni, lasciando lo sci iniziato a 4 anni – ‘pausa’ con la promessa di riprendere e diplomarsi appena possibile-; 2. la residenza nel Principato di Monaco, lasciando la Val Fiscalina in Alto Adige, per ovvi motivi fiscali (2 milioni di premio incassati solo per la finale delle ATP Final a Torino). https://instagram.com/where_fashion_is_art?igshid=OGQ5ZDc2ODk2ZA==
Il disagio dei giovani si manifesta attraverso ansia, difficoltà relazionali in famiglia, difficoltà scolastiche, difficoltà relazionali con i compagni, depressione, autolesionismo, disturbi alimentari, consumo di droghe leggere e pesanti, alcolismo precoce. Tutto già dai 12 anni in poi!
Non serve il successo di Sinner per capire che lo sport può e deve essere l’ultima oasi per combattere la piaga sociale delle devianze giovanili sostenendo un corretto sviluppo della persona.
E quanto sia colpevole il disimpegno del calcio, sport più popolare e ricco del Paese, verso queste problematiche!
I dati della Società Italiana di Pediatria, accusano che 8 ragazzi su 10 tra i 14 ed i 18 anni hanno sperimentato forme più o meno gravi di disagio emotivo, che nel 15% dei casi è sfociato in gesti di autolesionismo.
In letteratura, fattore correlato ad un aumentato rischio di suicidio in adolescenza.
Lo sport sta accompagnando le trasformazioni della nostra società e del suo ‘evolversi’ assumendo sempre più una posizione di riferimento, risultando importante agente d’inclusione, d’integrazione, di partecipazione alla vita aggregativa, di accettazione delle differenze e dei limiti.https://instagram.com/where_fashion_is_art?igshid=OGQ5ZDc2ODk2ZA
Non così il calcio!
Eppure la partecipazione ad attività motorie può essere di grande supporto allo sviluppo sociale dei bambini, offrendo loro opportunità per l’espressione personale, la costruzione dell’autostima, l’interazione e l’integrazione sociale, competenze e abilità utili per la vita futura. Anche per diventare campioni di football, ovvero PATRIMONIO NETTO dei club.
Su come viene percepito il calcio, sopratutto dai più giovani , ‘Fan of the Future’ ha divulgato una RICERCA commissionata da EUROPEAN CLUB ASSOCIATION, per definire lo STATUS QUO della ‘fanbase’. L’obiettivo, è capire che livello di coinvolgimento esiste tra i più giovani, i tifosi, ma anche i consumatori, del futuro.
Eccoci alla drammatica verità!
Il 38% degli intervistati si dice ‘fan’. Con l’eccezione dei giovani tra i 16 ed i 24 anni. Tra i quali l’entusiasmo è ai minimi storici: appena il 28% si dichiara tifoso.
Ed il peggio è che il 40% di loro dice di odiare o non essere interessato al calcio.
In sostanza, solo 1 giovane su 3 è appassionato di calcio, dimostrando la frattura tra calcio e mondo reale.
Dal 24% degli intervistati arriva l’accusa di fondo: “Non mi piacciono i tifosi e la cultura calcistica”.
Subito dopo, per il 23%, la motivazione sono i troppi soldi che girano intorno al pallone.
Terzo, l’irrilevanza del calcio nel quotidiano (22%)!
Il dato GRAVE arriva quando, secondo l’11% di chi non ama il calcio, il problema è che il ‘Sistema Calcio’ non fa abbastanza per rendere migliore il mondo.
Un calcio, cioè, INATTIVO nelle dinamiche sociali, che non difende la diversità (7%) e non è abbastanza inclusivo (5%).
Cosa altro devono dire i giovani per far capire gli errori/orrori di questo Sistema tutto volto all’arricchimento personale di Presidenti, agenti e calciatori?
Sotto accusa cadono anche i media: megafono promozionale del Sistema, ma anche protagonista nell’occultare i guasti, i privilegi, gli scandali che ci sono.
Poi arriva la vita quotidiana e ciò che la società ci riserva e che ci chiede: esaltazione dell’io, apparire forti, ricchi e famosi…
Tutto quanto sa dare il calcio ad alti livelli, essendo il miglior mezzo per arrivare.
Aspirazione spesso fomentata dai genitori dei giovani, che ne inquinano il percorso formativo, interferendo con le scuole calcio o società sportive, con educatori e istruttori (quando ci sono), allenatori (spesso improvvisati) e soprattutto con i figli stessi.https://instagram.com/where_fashion_is_art?igshid=OGQ5ZDc2ODk2ZA==
Il calcio a questo punto non è più uno sport con i suoi valori di sacrificio, impegno, rispetto, ambizioni, delusioni, sconfitte e vittorie… sempre alla ricerca del miglioramento; ma esclusivamente strumento per avere e per essere.
I genitori tendono a far bruciare le tappe ai propri figli, non accettano sconfitte e vedere il figlio in panchina diventa inaccettabile.
Insomma, un calcio che genera più traumi che valori. E molti ragazzi… abbandonano.
NAPOLI E CAMPANIA. “La Campania è, purtroppo, maglia nera in Italia, per disagio minorile, per criminalità giovanile, per dispersione scolastica” ribadisce Bruna Fiola presidente della Commissione regionale istruzione e politiche sociali.
Niente di nuovo. La brochure delle attività della Fondazione Ferrara-Cannavaro ANNO 2018 già ammetteva: il futuro dei giovani è una RESPONSABILITA’ di tutti!
Fabio ha impiegato 5 anni per acquistare una struttura per il calcio da dedicare ai giovani di Napoli, della Campania, del Sud. Pagando 3 milioni di euro è diventato, appena qualche mese fa, proprietario del mitico ‘Centro Paradiso’ di Soccavo, teatro dell’epopea Maradona dove il Napoli preparava i trionfi di Scudetti, Coppa Uefa, Supercoppa, Coppa Italia, etc etc….
L’altro giorno invece, è stato re-inaugurato il nuovo campo polivalente nel ‘Parco Verde’ di Caivano, periferia di frontiera soffocata dalla camorra. Il campo è centro del progetto ‘La bellezza necessaria’, ideato da Uisp Campania e finanziato dalla Fondazione Sud. Obiettivo: rigenerazione di spazi e luoghi abbandonati attraverso lo sport sociale, motore di processi e partecipazione comunitaria.
Mentre oltre dieci giorni fa presso i Salesiani di Torre Annunziata, è stato presentato ‘Community Hub for young people’ finanziato sull’Avviso pubblico “Spazi Civici di Comunità” di Sport e Salute SpA e promosso dal Ministro per lo Sport e i Giovani, Abodi, attraverso il Dipartimento per le politiche giovanili ed il Servizio Civile universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
‘Community Hub for young people’ durerà 2 anni, aperto a tutti. La società capofila del progetto è ASD Azzurri in sinergia con le associazioni Pride Vesuvio Rainbow, APS Piccoli Passi Grandi Sogni, ASD Pochos Napoli, CIRCOLO NAUTICO POSILLIPO.
Testimonial l’arbitro di serie A, Marco Guida ed Alfonso Pinto campione di pugilato.
Il clou, il 20 novembre scorso, con l’annuncio: “Napoli Capitale Europea dello Sport 2026”, sfida impossibile diventata realtà. Stimolo a porre sempre di più lo Sport al centro delle decisioni strategiche del Comune.
“Ancora una volta – dice Sergio Roncelli, presidente Coni Campania – il nostro mondo sportivo ha evidenziato compattezza, competenze, capacità organizzative.
Dopo le Universiadi del 2019, Napoli vivrà un altro periodo di grande fermento. Essere Capitale Europea dello Sport ha un significato profondo: significa confermare la scelta di investire nello sport quale attore unificante del territorio per la sua crescita economica e sociale, potente antidoto al forte disagio giovanile che colpisce le giovani generazioni”.
E il Napoli? Anzi, DE LAURENTIS… che fa per il disagio giovanile? Niente… assolutamente ZERO!
Mercoledi si è distinto per aver accusato la Nazionale di aver rubato la qualificazione agli Europei, nella personale, quanto stupida e dannosa battaglia a Spalletti, costretto a rispondere.
Fosse solo questo, poco male…
Il peggio è che da 20 anni, il Napoli non ha più settore giovanile. Vinse il Primo Scudetto nell’87, con 7 ragazzi della Primavera in rosa (Di Fusco, Marino, Ferrara, Carannante, Volpecina, Celestini, Caffarelli), ma appena diventato Presidente, ADL acquistò solo i trofei della Prima Squadra lasciando ammuffire negli scantinati della Provincia che li custodiva, le coppe ‘minori’ (Coppa delle Alpi, Trofeo Angloitaliano) pezzi di storia del Club e sopratutto la COPPA CARNEVALE, vinta nel Torneo vetrina del calcio giovanile europeo a Viareggio NEL 1975. Un insulto a tutti i giovani cresciuti e affermatisi nel settore giovanile azzurro.
Le migliori stagioni del vivaio del Napoli sono state negli anni Sessanta-Settanta-Ottanta quando grazie a Giovanni Lambiase, piccolo, robusto, calvo e fantastico educatore/talent scout, approdano in prima squadra Juliano, Montefusco, Improta, Abbondanza, Massa, Albano, Punziano, Musella e tanti altri.
Poi Ferlaino capì che serviva una grande organizzazione per crescere campioni ed arrivò Mario Corso: il Napoli vinse il Primo SCUDETTO PRIMAVERA nel 1979, disputò grandi stagioni fino all’82, ed a seguire, con Angelo Sormani successore di Mario. Tutti Grandi Ex, come è giusto e necessario per allevare giovani alla vita, prima che possibili campioni.
Di contro De Laurentis ha distrutto il Vivaio, ultimamente sprofondato in ‘Primavera 2′, retrocessione firmata da Nicolò Frustalupi che per premio, dopo 6 mesi dal disastro, torna al Napoli, vice di Mazzarri. Una delle tante ASSURDITA’ di ADL.https://instagram.com/where_fashion_is_art?igshid=OGQ5ZDc2ODk2ZA==
Ci sarà mai qualcuno capace di obbligare questo cine-presidente a fare qualcosa per Napoli ed i Napoletani?
In 19 anni ha incassato oltre 3 miliardi di euro, eppure la S.S.C.Napoli non ha un Centro Sportivo di proprietà, non un Settore Giovanile di livello, non uno straccio di progetto vero/serio per lo Stadio.
Anzi, dopo la vantaggiosissima convenzione del 2019 con il Comune, Sindaco De Magistris (appena 5000 euro a partita + il 10% sugli incassi), ADL non ha pagato il canone fino a maggio 2023 (3,4 milioni di debito), costringendo i napoletani a pagare la manutenzione dell’impianto datogli in esclusiva, attraverso le tasse comunali.
Sindaco MANFREDI, MA CHE FAI?
Il Napoli, ovvero De Laurentis, più di ogni altro club in Italia gode dell’IMMUNITA’ totale per essere proprietario della squadra di calcio. Tutto gli è consentito, tutto può. Eppure è e resta un piccolo imprenditore, padrone di una azienda importantissima per i napoletani, ma nell’incapacità di svilupparsi per la gestione familistica ed un fatturato 2022-23 di 176 milioni.
Tutto gli è dovuto. Perchè?
E perchè come a nessun altro imprenditore, certamente più meritevole di lui, veramente collegato alle sorti del territorio, dell’occupazione, promotore di reddito per i napoletani e lo sviluppo del tessuto urbano?
Esistono infatti nella provincia di Napoli almeno 10 aziende importanti con fatturati, livelli occupazionali, tasse pagate, 8-9 volte superiori alla SSCNapoli. Che nonostante lo spessore aziendale devono conquistarsi tutto: dai prestiti bancari ad interessi pazzeschi, all’interesse dei media e le attenzioni delle istituzioni.
E non considero le partecipate come SO.RE.SA SpA (quasi 1 miliardo di fatturato l’anno) società regionale per la sanità, ma le private come ‘Hitachi Rail Italy’, materiale ferroviario, tranviario e filoviario (fatturato di 832.562.000 euro); ‘Farvima Medicinali’, ingrosso di medicinali (629.848.250); ‘Piazza Italia’, noto brand di abbigliamento (407.810.923); Capri, ancora abbigliamento (289.554.330); Laminazione Sottile, trattamento e rivestimento metalli (253.112.790). Altre….
La SSC Napoli, invece, è stata graziata dal Governo Meloni per 25milioni di euro di IRPEF e CONTRIBUTI PREVIDENZIALI non pagati, come quasi tutti i club di serie A (890 milioni totali). Tranne Fiorentina e Cremonese in regola.
Scandalo possibile solo in un Paese sottosviluppato e terzomondista che cancella il reddito di cittadinanza ma salva il calcio. Abitudine di quasi tutti i governi, come quello che partorì d’urgenza una Legge dello Stato per spalmare in 10 anni i 140 milioni di debiti della Lazio, all’epoca acquistata da Lotito, oggi senatore Forza Italia.
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Basta? Potrei andare avanti e avanti ancora. Ma è da voltastomaco.
L’ultima passo di questa prima parte di inchiesta è per rispondere alla domanda perchè continuo in questa battaglia di verità.
Semplice, perchè la ricerca della verità è stata la costante della mia vita professionale; perchè è necessario dire sopratutto ai giovani come stanno le cose, sviluppandone il senso critico e l’abitudine all’autonomia intellettuale. Fuori dai circuiti di pensiero orientato, ovvero dei gregge al soldo dei potentati.
Motivo che mi spinge a riprendere la formazione alla comunicazione efficace per i tanti giovani che me lo chiedono, i quali credono ancora nel giornalismo, nonostante tutto.
A presto quindi. Alla ricerca della verità!