Giovane ragazza: suicidio schock

Di Rita Lazzaro

“Vado a ritirare la tesi”. Sono state queste le ultime parole dette alla famiglia dalla ventisettenne Diana Biondi, il cui corpo è stato trovato in un dirupo a Somma Vesuviana, in provincia di Napoli. Forse alla origini del gesto estremo c’è la mancata laurea in quanto a separarla dal traguardo era l’esame di latino. La giovane, questa è l’ipotesi su cui lavora la procura, avrebbe mentito alla famiglia sulla sua laurea in Lettere moderne. Il 27 febbraio il padre, non vedendo la giovane tornare a casa la sera, aveva presentato denuncia. L’uomo, nel corso della giornata, aveva provato a telefonare alla figlia ma il cellulare era irraggiungibile. Diana però era riuscita successivamente a contattarlo mandandogli diversi messaggi e spiegandogli che doveva passare in biblioteca e, secondo quanto ricostruisce Il Mattino, “a ritirare la tesi”. Sarebbero state queste le sue ultime parole. Poi, il drammatico gesto e il lancio nel vuoto in un burrone a Santa Maria di Castello. Gli inquirenti hanno recuperato la sua borsa con dentro i suoi documenti. Non si sa se abbia lasciato anche un messaggio per la famiglia. Un altro suicidio per motivi legati a una laurea annunciata ma mai esistita. Un’altra tragedia che conferma ancora una volta che “il fallimento scolastico” è tra le principali cause di suicidio tra i giovani. Basti pensare che prima di Diana ci sono altri casi recenti e non.

Riccardo Faggin, 26 anni, studente universitario di infermieristica a Padova, morto nella notte del 7 dicembre 2022 con la sua auto in un incidente che, molto probabilmente, non è stato una fatalità. Il ragazzo era finito con la propria Opel Corsa contro uno dei platani che costeggiano la via Romana Aponense, fra Padova e Abano Terme. Lo schianto non gli ha lasciato scampo; i medici del Suem non hanno potuto che constatarne il decesso, il giorno prima della festa con genitori e amici per una laurea in realtà inesistente. Riccardo infatti non aveva dato tutti gli esami. Anche se tutti sapevano che avrebbe dovuto discutere la tesi. Cosa smentita dall’Università di Padova. Non c’erano sessioni di laurea. “Si sentiva in trappola” ha detto il padre. Una bugia che probabilmente si trascinava da mesi. Una trappola che, nel 2021, ha condannato a morte anche il ventinovenne, L. N., abruzzese, iscritto alla facoltà di Economia e commercio, il cui corpo è stato trovato sotto al ponte di via Stalingrado da dove lo studente si è lanciato. Il ragazzo, stando a quanto ricostruito da carabinieri e polizia, aveva avvisato i genitori di raggiungerlo a Bologna, dove viveva da solo da diversi anni, dicendo che si sarebbe laureato. Aveva detto loro che insieme sarebbero andati a Forlì, dove si trova la sede didattica della facoltà. Ma il ragazzo, in realtà, aveva sostenuto pochissimi esami.

Tra i più recenti casi di suicidio per fallimento scolastico da ricordare quanto successo sempre nel mese di febbraio, a Milano, dove una ragazza di soli 19 anni si è suicidata per “aver fallito”. “La mia vita è un fallimento”. È con queste parole, lasciate in una lettera, che una studentessa 19enne di origine sudamericana ha “giustificato” il gesto estremo compiuto nei bagni della sua università. Drammi umani che confermano quanto sostenuto dall’Unicef , secondo cui la maggior parte delle 800mila persone che muoiono per suicidio ogni anno, sono giovani. Secondo i dati di un sondaggio, tra i 10 ed i 19 anni, il 50% degli adolescenti si sente triste, preoccupato, o angosciato, e 1 su 7 soffre di problematiche legate alla salute mentale. Sempre da quanto riportato dall’Unicef, nel mondo sono quasi 46mila gli adolescenti che muoiono a causa di suicidio ogni anno, più di uno ogni 11 minuti. Secondo l’Istat, invece, sono circa 4000 i giovani che ogni anno, in Italia, si tolgono la vita; nel 2021 sono stati 220mila i ragazzi tra i 14 ed i 19 anni insoddisfatti della propria vita che, allo stesso tempo, si trovano in una condizione di scarso benessere psicologico, e la pandemia non ha sicuramente giovato. Tragedie che stroncano vite prima ancora di essere vissute e che palesano il completo fallimento delle istituzioni ma anche della società, che infatti continuano a non far nulla per porre rimedio a questa mattanza di innocenti. Vicende che lasciano l’amaro in bocca, portando a dire ai giovani quanto sostenuto da Giovanni Paolo II ai giovani medesimi “spendete bene la vita, è un tesoro unico”.

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