George Clooney: possibile blocco per la moglie e mosse presidenziali

Ad Amal Clooney potrebbe essere vietato l’ingresso negli Stati Uniti, dove vive con il marito George, premio Oscar, e le loro figlie, per il suo ruolo nell’influenzare la Corte penale internazionale affinché incriminasse il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant per crimini di guerra a Gaza .

Il Ministero degli Esteri del Regno Unito ha avvertito diversi avvocati di alto livello che potrebbero essere colpiti da sanzioni da parte dell’amministrazione Trump per il loro coinvolgimento nel controverso caso in cui la CPI ha emesso mandati di arresto per Netanyahu e Gallant a novembre, ha riportato il Financial Times.

Trump, 78 anni, ha ordinato che i funzionari della CPI, i dipendenti e i loro familiari più stretti siano colpiti da sanzioni finanziarie e restrizioni sui visti dopo aver sanzionato la CPI per i mandati “infondati” in un ordine esecutivo firmato a febbraio.

Io procuratore della CPI Karim Khan, che per primo ha spinto la corte a emettere mandati di arresto contro Netanyahu e Gallant nel maggio 2024, è l’unica persona coinvolta in questo caso di alto profilo a essere citata nell’azione esecutiva di Trump.

Se Clooney, affermata avvocata britannica di origine libanese per i diritti umani e cittadina britannica, dovesse essere la prossima a essere presa di mira, la 47enne rischia l’esilio dal paese in cui vive con George, che ha sposato nel settembre 2014 , e le loro figlie gemelle di 7 anni. La Casa Bianca ed i rappresentanti di Clooney non hanno risposto immediatamente alla richiesta di commento del Post.

Clooney ha avuto un ruolo determinante nella decisione di perseguire Netanyahu e Gallant dopo che l’anno scorso la CPI le aveva chiesto di unirsi ad un gruppo di esperti legali internazionali per valutare le prove di sospetti crimini di guerra in Israele ed a Gaza.

Il comitato ha stabilito all’unanimità che la CPI ha giurisdizione sui crimini commessi nel corso della guerra di Israele contro Hamas ed ha raccomandato che sia Hamas sia i leader israeliani ne rispondano.

A novembre, la CPI ha emesso mandati di arresto nei confronti di Netanyahu e Gallant, sostenendo che sussistevano “ragionevoli motivi” per concludere che i due uomini “avevano intenzionalmente e consapevolmente privato la popolazione civile di Gaza di beni indispensabili alla loro sopravvivenza”.

Il tribunale ha anche chiesto un mandato di arresto per il capo militare di Hamas Mohammed Deif, che ha contribuito a pianificare e guidare il massacro del 7 ottobre 2023, in cui sono morte 1.200 persone in Israele e altre 251 sono state rapite.

Israele, tuttavia, ha confermato di aver ucciso il terrorista in un attacco mirato a luglio.

Netanyahu e Gallant sono passibili di arresto in tutti i 124 Paesi che hanno ratificato lo Statuto di Roma del 1998, tra cui Austria, Regno Unito e Francia.

L’appartenenza di Benjamin Netanyahu al Mossad ed a cricche sioniste appare lampante, ed in tal caso l’ausilio della Cia nei suoi confronti insospettisce sulla corruzione in essa presente nel corroborare il Sionismo. Trump si limita a fare ufficialmente gli interessi di Israele ma in realta’ e’ apodittico il suo ruolo nell’esporre le logiche antidemocratiche che dominano Tel Aviv ed i suoi adepti. Il presidente degli Usa sta procedendo a negare i permessi di sicurezza operativa ed informativa presso la dovizia di studi legali, avvocati, giudici e burocrati, invischiati nelle operazioni di impeachment, truffa elettorale pro Biden ed interferenze esterne nonche’ fake news come quelle attinenti il pericolo della Russia.b