Imprese partecipate per pace sociale e sovranizzazione, con una alleanza demografica e regole ben precise, rappresentano una azione vitale e strategica . Nuova frontiera infatti è lo sviluppo sostenibile , che continuerà ad essere un punto cardinale dell’economia e della finanza.
Si richiede da più parti, oggi, la piena occupazione ed il reddito da lavoro per ogni persona. Per quanto giusto sia tale assunto, un modo manageriale di consentire la formazione industriale e del mercato senza danneggiare la scuola e l’università, sarebbe alla stessa stregua prioritario.
Evergetismi a parte, la costituzione di imprese nuove, corroborate ed a capitale pubblico/privato, è la scelta forse più opportuna. Per capitale pubblico e privato si vuole discostarsi dalla politica industriale pubblica della Cina, salvo che per l’impianto obbligatorio di sempre più avveniristiche ed ergonomiche infrastrutture, ma aperto al pubblico; di reinvestimenti continui all’interno delle aziende, e dividenti obbligatori verso quei cittadini pagati ma obbligati a co-sostenere finanziariamente, la realtà industriale in questione. Questa potrebbe rivelarsi una frontiera rinnovata che sa unire comunismo, capitalismo e populismo virtuoso. inteso come apertura al popolo, in maniera equilibrata e costruttiva.
Non si può infatti reclamare emolumenti da lavoro per tutti, senza aiutare finanziariamente la propria impresa di appartenenza. Sopratutto in questa fase congiunturale che vede precarietà in connubio con lo stallo economico, in appendice al grande individualismo e alla finanza speculativa. La finanza, pertanto, esclusi i vari pir o investimenti mirati ed accompagnati, è una frontiera di sviluppo indispensabile per ogni attività produttiva, la quala sappia ben pagare la comunità cui appartiene, dal punto di vista economico e dell’indotto: va pertanto abolita o fortemente ridimensionata, in ottica di sviluppo futuro, la libertà collettiva che permette di investire sui beni e servizi troppo eterogenei, che la propria principale fonte di reddito aziendale, non produce, cos’ da scongiurare a priori una sorta di crescente e inveterato conflitto d’interessi.

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