Forum San Pietroburgo: Putin rivela futuro

Al venticinquesimo consesso russo di economia, finanza ed industria, tenutosi quest’anno a San Pietroburgo in una sorta di Davos orientale, Putin e’ stato incalzato dai quesiti di una giornalista discreta ma perentoria, che paventava una esiziale retrocessione russa di circa mezzo secolo, a causa della chiusura di industrie nodali come Siemens, in relazione il mercato dell’alta velocita’, delle tecnologie della comunicazione ed i beni di largo consumo. Il presidente Putin tuttavia, replicava serafico dipanando il terrore della giornalista classe 1980 che auspicava una riapertura russa delle relazioni e trattative con l’emisfero occidentale anche a causa del terrore di dover viaggiare su treni antiquati e lenti rispetto quelli forniti da Siemes: il presidente della Federazione russa ha incentrato il proprio discorso sull’importanza della sovranita’ nazionale, vitale in ottica avveniristica, calcando il principio di transizione industriale russa imperniata sull’autoproduzione dei beni strategici. Cosi’ Putin ha rassicurato sul prosieguo nella vendita ed utilizzo di beni industriali di matrice tecnologica analoghi a quelli attuali, solo con etichette differenti in quanto nazionali, e medesimo discorso lo ha associato alla questione dei treni iperceloci in cantiere. Il neozar russo ha alluso la transizione che coinvolgera’ l’economia russa in tutti i campi di produzione, per una questione di mera sopravvivenza. Putin ha parlato di un tempo medio-lungo in cui la Russia sviluppera’ tecnologie cruciali che odiernamente sono eluse dal sistema intercommerciale tra ogni fattispecie di stati, anche amici. Infatti Putin ha rincarato tale concetto affermando che oggi, per acquisire parte di tecnologie strategiche, le nazioni sono soggette a subordinazioni economiche, politiche e finanziarie, che possono inficiare il proprio pieno sviluppo. La Russia per Putin si trova attruppata da antagonisti intenti a piegarla ai propri interessi in cambio di sbocchi commerciali e possibilita’ di acquisto di tecnologia e strumenti di sviluppo vantaggiosissimi. Su questa falsa riga Putin ha alluso programmi globali politici da impulso industrial-finanziario cui rintuzzare con la sovranita’ ed autoproduzione. Cosi’ la Russia si trova in procinto di concretizzare un piano di produzione e distribuzione autonoma di tutti i beni, teso a svincolarla da prescrizioni e vincoli esogeni, ma che approdera’, asserisce Putin, al pieno sviluppo, alla totale indipendenza ed alla possibile ed auspicata cooperazione con i paesi facenti parte di Brics o meno. Il che in una cornice multipolare e pacifica, senza le arcinote sopraffazioni e lo zelo globalista. Putin ha enfatizzato il fatto che dal punto di vista mediatico, tecnologico, telefonico, infrastrutturale e nei settori degli imballaggi, la Russia e’ gia’ autosufficiente. Oggi avviene, nello scenario di vendita di gas e carburanti,

una situazione di blocco delle importazioni in Italia ed Europa dalla Russia che spaurisce la Germania: quest’ultima postula all’Europa un accordo con Putin per salvaguardare la propria produzione industriale anche alla luce delle esigenze legate Siemens ed industria automobilistica. In questo ginepraio si prospetta un inverno estremamente rigido con la questione italiana gia’ vittima di un razionamento energetico. A Napoli di sera i lampioni risultano spenti al crepuscolo, con i nocumenti potenziali relativi scippi ed aggressioni; alcune fontanelle pubbliche sono scevre di acqua, diventato nuovamente un bene primario.

I periti del settore immobiliare esortano a fare per l’inverno, scorta di pellet, cibo in scatola, carburante, metano ed acqua.

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1 commento

  1. Faremo ancora sacrifici penso a chi sta peggio e mai aiutati. La delinquenza era già aumentata

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