In Rai è in corso un vero e proprio terremoto. Soprattutto nell’ammiraglia della sinistra, ossia Rai3. Governo che arriva, Rai che cambia. E così in queste ore nei corridoi della tv di Stato c’è un nome che si sta bisbigliando più di ogni altro, ed è quello di Fabio Fazio. Stando a quanto riportato da alcuni retroscena, “il rinnovo del contratto di Fazio con i nuovi vertici che potrebbero arrivare a maggio sarebbe tutt’altro che automatico”. Secondo TvBlog.it, che lancia l’indiscrezione, lo spazio della prima serata della domenica su Rai3 non toccherà più all’ormai consolidato “Che tempo che fa“. Fabio Fazio sarebbe dunque a un passo dall’addio alla Rai. Ma chi al suo posto? E qui viene il bello, perché si parla di un clamoroso ritorno. Massimo Giletti infatti, che ha ricevuto il benservito da La Sette di Cairo con la cancellazione del proprio talk show iperseguito “Non e’ l’arena’, dovrebbe riapprodare in Rai al posto di un Fazio vittima di un calo irreversibile di seguaci.

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Giletti fu rimosso da Viale Mazzini proprio a causa di servizi particolarmente acuti che fece in relazione ad una serie di temi perniciosi che attingevano la politica di alta caratura, intrecciata con la mafia, l’economia, il sociale ed altre problematiche. Poi subito l’installazione del pasionario e fascinoso giornalista nella settima rete italiana per ascolti ed importanza, cui trasbordo’ il suo format dalla Rai che si affermo’ in termini di ascolti, ai primi posti del panorama televisivo, scalzando produzioni Rai e  Mediaset ben piu’ esose. Massimo Giletti ha fruito dell’ausilio di una squadra di redattori, inviati e tecnici, di circa trentacinque persone, le quali stanno attirando l’amarezza ed il livore di Giletti in quanto senza contratto, non avrebbero introiti economici da lavoro, ne’ il mero lavoro di prima.

Fazio per contro si ritrova bersagliato in modo pressoche’ continuativo, da una pletora di critiche, invettive ed offese social, a causa delle proprie scelte editoriali che da sempre eludono i temi chiave del malessere dei cittadini, dal punto di vista economico, politico, didattico, geopolitico, ostinandosi a proporre situazioni trite e ritrite di matrice progressista che tangono con particolare attenzione ed attivismo, le questioni care ai movimenti Lgbtq, le esortazioni papali, politiche ed economiche, inerenti la liberta’ di approdo e cura degli immigrati. Tutto cio’ senza affrontare in modo fattivo, da parte di Fazio, le questioni cruciali della sanita’ italiana con obblighi e danni vaccinali, senza riportare i numerosi propositi e movimenti italiani anti-euro ed anti-Europa che infiammano fette crescenti di opinione pubblica e di lavoratori. Cosi’ Fabio Fazio si e’ ricoperto delle vestigia di giornalista prono al potere e retorico, che viceversa costituiscono, ribaltandole, le peculiarita’ di Giletti, Mario Giordano e molteplici giornalisti dal ferreo e crescente impatto mediatico, anche se declinato in chiave digitale e social.

Intorno a Massimo Giletti e Mario Giordano, passando per il medico artefice di cura Covid al plasma, si sono riuniti cittadini endogeni a gruppi Facebook omonimi ma preceduti da frasi come “Io sto con ” o Giustizia per”, che affiorano ad oltre quarantamila unita’, inneggiando ad un nuovo tipo di informazione approfondito, apolitico, equidistante, libero e talora agguerrito, con giornali quotidiani di cabotaggio nazionale a rappresentarli: fra essi figura Adfnews http://Adfnews.it che ad ufo cerca di fornire al suo uditorio, un tipo di informazione mai sbilanciata ma che riunisca tutte le antipodiche opinioni ed i fatti piu’ disparati, in guisa analitica.

Massimo Giletti sulla Rai, ha sempre professato amore, fiducia e rimpianto per la sua emarginazione, per cui il suo ritorno rappresenta un cambio di rotta politico, oltre che gestionale, del Servizio Pubblico innestato nuovamente sul giornalismo di inchiesta e teso a recuperare quelle fasce di pubblico emigrate verso la Sette ed altri editori digitali, che danno libero sfogo ai propri beniamini, ma che sono in continua ascesa per pubblico e gradimento.

Ad onor di cronaca va affermato che, in questa fase storica caratterizzata da estreme divisioni politiche, economiche, giornalistiche, anche Massimo Giletti e’ gravato da una percentuale di pubblico che lo definisce troppo sbilanciato verso la denigrazione del Meridione, sul piano delle fattispecie relative parita’ di disservizi o latrocini con il Nord; altri lamentano a Giletti la colpa di scarso senso critico per analizzare il conflitto ucraino o per esecrare gli obblighi vaccinali e le imposizioni europee imperniate su tasse crescenti ed austerita’ finanziaria, cristallizzando Giletti, solo o sopratutto il tema dell’evasione fiscale: sopratutto astenendosi dal legittimare l’evasione di necessita’ che permea molteplici realta’ urbane meriodionali e non, a fronte di tasse sesquipedali ed inflazione.

Riguardo questi ultimi fatti, Massimo Giletti e’ considerato da un nucleo non elevato di utenti ed ascoltatori, come agente di incanalamento del dissenso alla stregua dei vari Paragone od in certi casi Giordano, in quanto si esimerebbero dallo svelare cause ed effettive contromisure sistemiche, per risolvere complessivamente ed definitivamente, i nodi esiziali per le questioni cardine del Bel Paese. Ma tant’e’ che in questo smisurato agone multiplo e multistrato che inerisce giornalisti iconici come Giletti o Fazio, la maggioranza delle persone glissa sulle critiche scagliategli sul ruolo di gatekeeper, ossia falsi oppositori e promotori di sgretolamento del dissenso, continuandoli a seguire e definendoli promotori di inchieste nodali per Giletti, da un lato, e di cultura per Fazio, dall’altro.

Vocabolario

1 Esimerebbero: non farebbero.

2Sesquipedali: enormi.

3 Antipodiche: che stanno tra loro, ai lati opposti.

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