Di Paolo Paoletti
DISFATTA INTER, FINITO MALISSIMO IL CICLO INZAGHI! IN 4 ANNI 6 TITOLI MA 1 SOLO SCUDETTO E 2 FINALI CHAMPIONS PERSE. SOLO I RISULTATI INTERNAZIONALI RECUPERANO I DEBITI: MAROTTA CHIUDE CON 525 MLN DI FATTURATO (RECORD ITALIANO). CONTE HA ACCETTATO LA STESSA SFIDA MA IN EUROPA MAI OLTRE UNA SEMIFINALE DI EUROPA LEAGUE. PER ADESSO 4 OK DA ADL: NO LIMITI STIPENDI, SVINCOLATI ECCELLENTI, STOP CESSIONI TOP, 8 MLN PER UN TECNICO!
La disfatta dell’Inter in Champions apre diverse riflessioni.
- E’ finito il ciclo Inzaghi che ha portato 6 titoli (tra cui 1 scudetto, 2 secondi posti ed 1 terzo) e 2 finali di Champions perse?
- Mai si era verificato uno scarto così pesante in una finale Champions: il 5-0 subito dal PSG dice che la rosa nerazzurra è da rifare?
- Una Inter completamente svuotata nella partita più importante dell’anno è colpa dell’allenatore? Dei giocatori? Del club, Marotta in testa che non ha saputo orientare le scelte strategiche sugli obiettivi?
E’ certo che dopo aver eliminato in maniera rocambolesca il Barcellona in semifinale il 6 maggio, l’Inter si sia spenta.
Inter che zoppicava già dallo 0-1 subito a Bologna con il gol di Orsolini al 94′ favorito da una spizzata di Bisseck. Sempre più utilizzato e protagonista anche del 2-1 alla Lazio e del successivo rigore trasformato da Pedro che di fatto ha chiuso il campionato, fino all’infortunio dopo 9′ a Monaco.
Resta il solito dubbio: è il calcio italiano con le sue pressioni sopratutto mediatiche a tagliare gambe, testa e cuore dei calciatori oppure servono 25 top players per vincere un altro Triplete come fece Mourinho?
Magra consolazione che rilancia il supertema del calcio moderno è: per la prima volta in un club italiano, il fatturato dell’Inter sfonderà il mezzo miliardo attestandosi su 515-520 milioni, al netto del player trading. La stessa Inter ne aveva incassati 399 del 2023-24.
La Juve di CR7, nel 2018-19 toccò 464 milioni.
Al netto delle tasse, questa Inter dovrebbe chiudere in positivo per 20-25 milioni completando il turnaround aziendale (recupero debiti) passando da -246 milioni del 2020-21 a -140 (2021-22) a -85 (2022-23) a -36 (2023-24).
Il fondo Oaktree, alla prima stagione (insediato a fine maggio 2024), firmerà un esercizio positivo. Ed i profitti aumenteranno con le cessioni di giocatori entro il 30 giugno. E ce ne saranno…
Sui ‘conti a posto’, la differenza l’ha fatta la Champions che ha fatto incassare circa 190 milioni: 137 di premi Uefa (record per una squadra italiana), 50 di botteghino, 2 di bonus-extra dagli sponsor per la finale.
E se i diritti tv della Serie A sono calati di una ventina di milioni rispetto al 2023-24 (da 101 a 82), quelli europei sono lievitati di 65 milioni.
Inoltre il management nerazzurro ha capitalizzato benissimo la crescita del marchio segnando un +30% nel segmento commerciale (sponsorship da 80 a 105 milioni).
Cosi le entrate da stadio passate da 70 a 100 milioni.
Come il gettone garantito del Mondiale per club di 22 milioni minimo.
Un giro d’affari di 515-520 milioni, sostenuto dai risultati sportivi. Che alla voce spese vede gli stipendi in aumento di 20 milioni, ma gli ammortamenti ridotti di 10, al punto da contenere i pesanti rinnovi di Lautaro e Barella, attestando i costi totali su 470-475 milioni.
Un equilibrio contabile raggiunto senza vendere i big, anzi aumentando i proventi da player trading di 20mln: erano 65 nello scorso esercizio, con le plusvalenze di Brozovic e Onana.
Tolti gli interessi sul bond da pagare a Oaktree il risultato ante-imposte 2024-25 dovrebbe essere positivo per 35-40 milioni (contro il -27 del 2023-24), per un utile al netto delle tasse di 20-25 milioni.
Si può concludere che solo i risultati sportivi internazionali sono in grado di far crescere il fatturato. E la strada perseguita dall’Inter è la migliore.
Con la necessità di arrivare fino in fondo a tutte le competizioni per vincere sempre qualcosa di importante, tra tutti gli obiettivi Champions e Mondiale per club.
Al momento l’Inter ha dimostrato di non essere attrezzata tecnicamente per vincere quasi tutto. Mentre il Triplete di Mou, fu economicamente quasi interamente sulle spalle e le tasche di Moratti.
Il prossimo anno il Napoli di Conte, da Campione d’Italia, prenderà il posto dell’Inter nella difesa dell’immagine e dei risultati dei club italiani.
Conte sulla falsariga di quanto qui esposto ha vinto già 4 battaglie costringendo De Laurentis – per adesso a parole – a scelte mai fatte prima:
- eliminare il tetto incondizionato sugli stipendi (vedi De Bruyne e lo stesso aumento a Conte passato a 8mln netti. Mai pagato tanto un allenatore);
- niente ostracismo agli svincolati a sfavore delle plusvalenze;
- i migliori non si vendono più (Osimhen a parte ed è un peccato perchè dovrebbe restare);
- delega totale ad un tecnico-manager: “farò tutto quello che Conte vorrà!”
La SSCNapoli gestita dal management a conduzione familiare di De Laurentis ha chiuso il bilancio al 30 giugno 2024 con +63 mln di utile. Rispetto al record di 79,7 mln al 30 giugno 2023, anno primo scudetto (fonte Calcio e Finanza).
Il fatturato è stato di 328,2 mln (contro i 359,2 della stagione 2023).
I costi sono rimasti in linea da 242,5 a 244,4 milioni di euro.
La voce più corposa dei ricavi restano i diritti tv, che con la partecipazione Champions toccano 142,2 milioni di euro.
Le plusvalenze invece hanno fatto guadagnare 70,7 milioni di euro (Kim Min-Jae plusvalenza da 36,8 milioni; per Elmas di 23,1; per Lozano di 10,8 mln).
I ricavi da matchday sono stati 27,4 milioni.
Quelli commerciali 70,2 milioni.
Si evince che alla SSCNapoli sono mancati fondi per perseguire risultati di alto livello in Europa con molti top players e che la gestione ‘un uomo solo al comando’ accusa un ritardo di fatturato di 200 mln di euro.
Vedremo cosa porterà l’immediato futuro. La sfida accettata da Conte è da far tremare i polsi se come il suo curriculum conferma il massimo risultato europeo è stato un quarto di finale in Champions con la Juventus e la semifinale di Europa League con l’Inter.
Bissare lo Scudetto (cosa che ha fatto alla Juve) non basterebbe per contenere l’aumento dei costi (se veramente ci saranno). In Europa Antonio stavolta si gioca anche la faccia!