Di Paolo Paoletti
DE LAURENTIS SI INCHINA A CONTE: “SCUDETTO SUO, HA RISOLTO IN FRETTA PROBLEMI CHE NON AVEVAMO SAPUTO RISOLVERE”. DALLA GRANDE BELLEZZA ALLA GRANDE BUGIA: “NON VENDO IL NAPOLI NEANCHE PER 2,5 MILIARDI. IL NAPOLI E’ NAPOLI ED IL SUO POPOLO. QUI PER SEMPRE SE TUTTI INSIEME CON ONESTA’ INTELLETTUALE”. ADL NON CONFONDA NAPOLETANITA’ CON NAPOLETANERIA: LE VERITA’ DI EDUARDO, CROCE, GOETHE, PINO DANIELE…
“Non lo vendo neanche se mi offrono 2.5 miliardi!”
De Laurentis apre la conferenza stampa di presentazione del prossimo ritiro in Trentino (dal 17 al 27 luglio) con una enorme bugia!
Al di là della chiara falsità sul valore della SSCNapoli e di quella che sarebbe la sua riposta ad una offerta ‘monstre’, ADL ha pronunciato una frase-concetto su cui riflettere approfonditamente….
DICE: “Il Napoli si identifica con la napoletanità, una città, un popolo, una idea. Fin quando tutti insieme, con onestà intellettuale, possiamo rappresentare questa idea, noi andiamo avanti”.
Innanzitutto NOI CHI?
Poi l’esposizione di principio è tanto intrigante quanto da indagare.
Definendo innanzitutto cos’è la napoletanità… tracciando il profilo di Napoli, del popolo napoletano, dell’idea che incarna dando vita alla napoletanità.
Prima di penetrare la manifestazione di principio, spero ardentemente che Aurelio De Laurentis si sia reso conto di ciò che stava dicendo e non come tantissime volte, abbia aperto bocca con frasi ad effetto per imbonire gli astanti.
NAPOLETANITA’. Da Treccani: la qualità, la condizione di napoletano, l’essere napoletano. In senso più ampio, l’appartenenza a Napoli, l’insieme delle tradizioni, degli usi, delle qualità e degli atteggiamenti spirituali che costituiscono il patrimonio storico della città di Napoli e dei Napoletani.
Insomma tutto ciò che è essere napoletani: i miti, i riti, i modi di fare del popolo. Anche uno stato dell’animo, un modo di intendere la vita, di ricordare, di amare, un’attitudine allo stare al mondo.
Spesso in modo diverso dagli altri!
Sinteticamente definisco la napoletanità come un’eccezione!
Che non è un pregio e non è un difetto ma essere ‘diversi’ dagli altri. In tutto….
Quindi uno stile di vita intriso di orgoglio e fierezza, saggezza popolare, ispirazione, gioia, solarità, amore per i figli, umanità, spensieratezza, ottimismo, passione, tenacia, fermezza, coraggio, mistero, diffidenza. Fino alla sfrontatezza.
Ironia e strafottenza tratti tipici della ‘maschera’ di Pullecenella.
In grandissima voga alla fine del Seicento, messa in scena dai comici dell’Hotel de Bourgogne, ed anche dal Molière nell’intermezzo del ‘Malade imaginaire’.
Essere ‘malati immaginari’ (che nel XVII secolo, in Francia, significava pazzo) è uno dei tratti della condizione di Napoli e dei Napoletani: dove immaginazione (facsimile della realtà) e malattia (stato di disagio) si confondono in uno status tra possibilismo e strafottenza.
Da non confondere con napoletaneria o napolitudine che significano oleografia, banalità, volgarità, sciatteria ed esaltazione dell’ignoranza.
Tra le caratteristiche della Napoletanità e dell’essere napoletani,
Il fattore preponderante è il dialetto, una vera ‘lingua a se stante’.
Proprio sul dialetto i napoletani hanno inventato fantasiose metafore che esprimono in maniera colorita situazioni di vita quotidiana.
I ‘paraustielli’, iperboli verbali che raccontano concetti semplici.
“La napolitudine è diventata troppo scontata, si è prostituita. Sono stati sfruttati proprio i canoni napoletani per fare soldi…” era lo sfogo istituzionale di Pino Daniele, ripetuto in una, due, mille interviste in cui spiegava il difficile rapporto con la sua città.
Benedetto Croce, napoletano d’adozione, aveva invece definito Napoli… “un Paradiso abitato da diavoli”..
Anni prima, durante il Grand Tour, Goethe estasiato dal Golfo scriveva “vedi Napoli e poi muori” mentre 100 anni dopo Eduardo descriveva.. . ‘O presepe è bell, song’ ‘e pastur’ ca fann’ schif’…!
Lucio Dalla che si è confrontato con le arie di Napoli musicando ‘Caruso’, diceva convinto… “Napoli è il mistero della vita, dove bene e male si confondono”.
Metropoli che trasuda energia vitale e creatività, palcoscenico di arte e camorra, Napoli è la città che più al mondo spacca in due i giudizi: amore assoluto o odio incondizionato.
Ma qual è l’anima profonda di questa città, caotica e sempre più affollata di turisti e immigrati, oggetto misterioso e bersaglio di pregiudizi come di sperticate lodi?
Napoli non è solo antichi palazzi e bellezze naturali, leggende e abitudini popolari; la ‘napoletanità’ è coacervo di storia millenaria, speranze, sogni, luogo inarrivabile per riferimenti culturali, artisti, scrittori, attori, musicisti.
Napul’è…. non si spiega. E non ci si può improvvisare napoletani.
Chi ha cantato questo canto, ha saputo conquistare dal nulla, realizzare successo, vincere.
Ecco, Napoli è vincere, per come ogni napoletano è felice di fare.
Felice di essere se stesso, felice di essere solo tra gli altri, come gli altri. Felice…. di vincere.
De Laurentis è veramente uno di noi? Ne incarna l’anima e le più sconce tentazioni? Sa essere onesto intellettualmente verso la Città Globale ed i napoletani? Ne rifugge i pregiudizi? Ne riconosce veramente riti e miti, anima e corpo di Napoli?
Ne dubito, non ci credo. Eppure lo dice, perchè così gli pare. Perchè 2 scudetti gli conferiscono quell’immunità concessa solo agli eroi, semidei a caccia di Sirene da sedurre senza amore.
“Fotte e chiagne” gli gridò qualcuno anni fa. Oggi nessuno lo ricorda. Oggi si è propensi a concedergli che sia cambiato.
Conte ha fatto anche questo miracolo, cucendogli addosso nuove vesti, una credibilità posticcia, credito a pranzo e cena.
Da Presidente del Napoli ha un solo dovere: VINCERE! Per i 130mln di tifosi che in tutto il Mondo festeggiano i trionfi della squadra di calcio. Per i napoletani di Napoli. Per la Metropoli che lo ha accolto Messia e può scacciarlo al pari di Giuda.
Trenta denari non saranno mai troppi, la nostra felicità – quella sì – non ha e non avrà mai prezzo.
Del quarto scudetto, secondo della sua presidenza DICE: “Le cose quest’anno sono andate benissimo e Antonio Conte è stato bravo a risolvere problemi che non avevamo saputo risolvere. A far fronte a tutti gli incidenti che possono capitare e che sono stati numerosi. Merito a lui per questo Scudetto”
Giusto. Dovuto atto di verità.