Conte scardina Calenda e Meloni, Toscano svela Fusaro

Il presidente dei 5 stelle, ex  primo ministro italiano, avvocato di spicco, cattedratico e sedicente avvocato del Popolo Giuseppe Conte e’ risoluto, dalle Colonne dell’Avvenire, nello svelare le trame del duo Calenda-Renzi, i veri intenti di Meloni, il pericolo Berlusconi-Salvini, la logica di Grillo, gli svarioni dei personaggi apicali dei cinquestelle; infine replica ad ogni curiosita’ sul proprio programma commentando i risultati raggiunti, quelli da implementare, le regole statutarie per scongiurare destabilizzazioni avveniristiche, la posizione sulla guerra in corso, sulla necessita’ energetica, sulle alleanze, senza eludere i temi connessi Draghi, Di Maio, di Battista, la proposta discreta di aggregazione col Pd, ed infine la congiuntura economica pessima che limita l’Italia, con le ricette per dipanarla.

Di Maio passa come fellone ed interessato solo alla propria collocazione politica mentre Di Battista valore aggiunto ma troppo ciarlatano, che sarebbe opportuno tornare all’ovile e mobilitarsi piu’ utilmente per il cambiamento auspicato.

Sul versante piu’ strettamente antisistemico, invece, il capo di Ancora Italia, Francesco Toscano oggi tra i bastioni della coalizione “Italia sovrana e popolare”, svela inediti retroscena legati al filosofo Diego Fusaro, che inizialmente era l’ideologo di tale partito, fresco di separazione da esso, con il corollario di polemiche per lo piu’ unilaterali.

Ritornando a Conte, il politico pugliese afferma la perniciosita’ dell’agglomerato destroide con Berlusconi intento a promuovere il presidenzialismo, che rappresenta un’adulterazione costituzionale, coadiuvato da Salvini e Meloni, accordati a sedere rispettivamente in qualita’ di vicepremier e ministro degli Interni, presidente del consiglio e presidente della Repubblica impersonato dal proprietario di Mediaset, in seguito alle dimissioni di Mattarella. Conte a tal proposito rimarca che l’unico pericolo del centrodestra al potere non e’ la ricostituzione del Fascismo bensi’ il depotenziamento della Costituzione. In accordo ad essa il giurista rimarca che Renzi in realta’ vi rema contro per mezzo dello sbilanciamento verso il presidenzialismo, le privatizzazioni, le discrezionalita’ dell’Europa, l’abrogazione del reddito di cittadinanza. Anche Calenda viene apostrofato da Conte come interessato a mere questioni di poltrona, che lo assemblano a Renzi e di Maio pur mantenendo visioni politiche opposte. Cosi’ tange, il discorso del politico cinque stelle, sul ruolo sempre centrale ed apicale di Grillo nel proprio partito, in quanto al di la’ delle tare che gli si possano affibbiare, detiene l’onore di aver reso prioritarie e parzialmente dipanato, problematiche relative il lavoro, i salari, le pensioni, la crescita, da

sempre elusi dal conglomerato Calenda, Renzi, Letta, Berlusconi, Salvini, Meloni. Con essi i Cinquestelle non intendono allearsi aprioristicamente bensi’ trovare, eventualmente, aderenze sui nove punti programmatici che intendono concretizzare. Ed uno di questi, che si configura come il piu’ roboante, consiste nel salario minimo di 9 euro netti l’ora, che rilancerebbe il Pil in maniera sesquipedale, ridimensionando tuttavia gli introiti aziendali e professionali a causa delle gravose imposte gia’ in atto per l’Italia. Da qui Meloni vuole recidere esse e lo stato dovrebbe garantire il debito e gli investimenti ma a cio’ non alludono, ne’ Conte ne’ Meloni; tantomeno Salvini o Berlusconi oppure Calenda ne’ Renzi.

Conte reclama il congedo parentale anche per i padri, il mutuo totalmente garantito ai giovani che non abbiamo superato i quarant’nni, cosi’ da sventare l’incipiente minaccia di sfoltimento demografico. Ancora sull’ecologia i Cinquestelle caldeggiano per un programma davvero fattivo, che a differenza di quello attualmente in auge, si riveli salvifico per l’ambiente, non oneroso per la tassazione, un volano per le assunzioni e professionalita’.

Conte dardeggia brevemente l’ex sindaco di Roma Raggi, nella fattispecie della propria candidatura disobbediente rispetto le direttive del politburo principale dei 5 Stelle; in relazione a cio’ che Raggi postula, specialmente sui criteri di selezione e candidatura per funzionari, deputati ed amministratori grillini, Conte ribatte che lo Statuto indichera’ scelte e vie da seguire irrefutabili per ognuno. Sul versante del plurimandato aborrito da Grillo, Conte asserisce che verra’ trovato un modo per massimizzare l’esperienza gestionale di candidati operanti all’interno degli ingranaggi del potere, per un lustro od una decade.

Al presidente dei Cinque stelle preme lo zelo di rilanciare le piccole medie-imprese alla stregua di quanto fatto con i bonus fiscali all’edilizia, forieri di quasi il 7% di crescita e spuntati da Draghi, di cui Conte non capisce ne’ conosce il programma, dichiarandosi restio ad ogni futura trattativa col banchiere italiano.

Riguardo il Cashback che avrebbe giovato i facoltosi, Conte rintuzza di volerne far beneficiare tutti, rimodulandolo e plasmando il fisco in maniera equa ergo crescente. Ma senza indicare la gestione fiscale delle multinazionali operanti in Italia come Amazon, che continua a rastrellare sul suolo italico decine di miliardi versati in Olanda. Ne’ Conte ha affrontato il tema delle piccole e medie imprese settentrionali che hanno la stessa dinamica che Amazon adotta in Italia, per le lande sempre piu’ desolate del Sud.

Per quello che concerne la guerra

Conte auspica un ritorno di empatia su essa ed il ruolo dell’Italia come mediatrice e nel suonare permanenti campane di allarmismo e prescrizioni politiche che ne tronchino gli esiti piu’ nefasti.

Toscano di Ancora Italia, sul campo antipodico ai partiti in auge, replica al filosofo Fusaro che gli rimprovera di non volersi attenere alla propria logica trascendente rispetto le formazioni partitiche classiche, su Trump e Vigano’ che figurano icone di ispirazione per Ancora Italia attualmente schierata con i comunisti di Rizzo e tanti altri in Italia Sovrana e Popolare: Toscano nega la propria ritrosia a superare la dicotomia “destra-sinistra” e definisce Fusaro come “Iva inclusa” per tutto, restio a gettarsi nell’agone politico in atto, dismettendo i panni del filosofo atarattico, equidistante e totalmente oggettivo. Cosi’ la rigidita’ dell’intellettuale torinese a pugnare ed arroccarsi sulle posizioni spirituali e religiose di Vigano’ come basi di rinascita, Toscano imputa a Fusaro la fiochezza politica che si limita in un assolutismo culturale e mentale in cui Trump non viene visto come amico. Ma nemmeno lo si deve inquadrare come nemesi, a parere del giornalista calabrese.

Su Cunial del partito Vita Toscano oppone la propria incoerenza che indebolisce il proposito del suo partito innestato appunto, sulla sacralita’ della vita, della Trinita’ e della cooperazione antitetica lo strapotere finanziario privatistico. In tal guisa Cunial da sempre negante verso nuovi partiti da essa costituiti, al momento opportuno ne ha edificato uno sottraendo proseliti a Toscano, la cui televisione ed il movimento, si sono sempre espressi come sommamente politici. Alla luce di tutto si puo’ dedurre che l’Italia sia nuovamente pioniera, di movimenti smaccatamente antisistemici come ipocritamente si presento’ il Movimeto pentastellato, intenti a riaffermare la Costituzione, subordinare l’alta finanza allo stato, uscire dall’euro, dalla Nato ed operare una palingenesi del capitalismo che smantelli il dogma neoliberista.

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