Di Paolo Paoletti
NAPOLI CAMPIONE D’ITALIA PER LA QUARTA VOLTA. CONTE HA IMPOSTO LA VOGLIA DI VINCERE, COME DIEGO INSEGNO’ A FARLO. PERDERLO SAREBBE INGIUSTO, PEGGIOR SCONFITTA PER DE LAURENTIS. ANTONIO E’ GARANZIA DI VISIONE CHE COLLOCA NAPOLI CAPITALE D’EUROPA ANCHE NEL CALCIO. SENZA DI LUI CONDANNATI ALLA MEDIOCRITA’!
Il Napoli è campione d’Italia: quarto scudetto nella storia centenaria del Napoli, quinto scudetto in carriera per Antonio Conte…
“È fantastico e bellissimo. Arrivando allo stadio vedendo tutta la gente che ci aspettava sinceramente un piccolo pensiero di deludere tutti mi è balenato, ce lo saremmo portati avanti per molto tempo. I ragazzi sono stati fantastici, c’era una pressione pazzesca ma abbiamo affrontato al meglio la partita. Merito a questa squadra che si è rimessa in gioco, soprattutto i giocatori che due anni fa hanno vinto e poi sono arrivati decimi. Inoltre siamo stati bravi ad inserire i nuovi arrivati”.
Di altro tenore le dichiarazioni di De Laurentis…” Napoli è Napoli e merita considerazione. Se Conte vuole restare bene, sarebbe bello misurarci tutti in Champions”.
Nelle dichiarazioni da Campione d’Italia, Conte non ha mai citato De Laurentis. L’abbraccio documentato dalle immagini DAZN e SKY non è stato entusiastico. In conferenza ha stoppato il futuro dicendo: “andiamo a festeggiare, ora è il momento della festa”.
E tutti hanno notato che i complimenti ed i riconoscimenti sono stati giustamente solo per i giocatori. Su cui mi soffermerò domani…
A pochi minuti dal quarto scudetto, le attenzioni sono tutte sul futuro. Brutta cosa per squadra e tifosi, ma è la realtà. Se Conte dovesse lasciare come accadde con Spalletti, nonostante il secondo scudetto il 3 anni, De Laurentis uscirebbe distrutto non solo sconfitto. Distrutto come Presidente, come operatore di calcio, come massimo rappresentante del movimento calcistico cittadino e regionale. Distrutto nell’immagine, nella credibilità, nella capacità di gestione.
Vedremo. Spero ardentemente che De Laurentis si pieghi a Conte, un Maestro di calcio. Spero che faccia mea culpa ed accetti tutti le condizioni che Antonio porrebbe per restare. Spero sopratutto in un rigurgito di umiltà e consapevolezza. De Laurentis non capisce niente di calcio si è trovato Presidente del Napoli per un colpa di fortuna che lo accompagna da 20 anni.
Il suo merito e gli va riconosciuto è aver dimostrato che il Napoli si poteva prendere senza metterci 1 euro. Per questo motivo è in parte comprensibile non condivisibile che pensi sopratutto al profitto personale.
La risposta della città dei napoletani invece è un monito indimenticabile. Napoli merita solo grandi eventi, grandi vittorie, grandi emozioni. Il popolo sa ripagare come ha sempre fatto.
Quindi è giusto chiedere sempre il massimo, come chiede Conte, che ad oggi diventa il Paladino dei napoletani subito dopo Diego ma come solo Maradona seppe fare.
Va ricordato che nonostante siano passati anni ed anni da quel maggio 1987 quando il calcio a Napoli diventò altro, mai più lo stesso, la faccia di Diego Maradona resta l’unico e solo simbolo del sentimento dei napoletani, del legame che c’è con la squadra di calcio, di quella voglia di vincere che Maradona ha saputo inculcare nell’anima azzurra e che Conte più di Spalletti ha saputo risvegliare.
Nell’incontro con De Laurentis il problema non sarà un giocatore in più o in meno, ma la visione su come perseguire la vittoria, come voler vincere sempre e ad ogni costo, cosa fare per riuscirci oltre il profitto personale, i soldi, il potere di un uomo solo al comando.
Conte non è e non sarà mai un mediocre. E partito da Lecce per conquistare la sua vita ed il suo destino: essere un uomo del Sud vincente. Ha imparato ad esserlo alle migliore delle scuole, la Juventus. Passato che non ha mai messo in discussione neanche quando gli fu chiesto di saltare dai tifosi napoletani per rinnegare il bianconero.
Con la serietà che lo distingue Conte rifiutò, chiarendo che mai avrebbe fatto ciò che gli veniva chiesto, se non nella sue volontà.
Tutto questo hanno fatto di Conte, il vero artefice di questo scudetto. Una sfida vinta. Un sogno che nessuno pensava di poter realizzare in pochi mesi.
De Laurentis deve essergli grato, i napoletani devono riservargli un posto nel loro cuore. Perchè Napoli ama come nessuno sa fare, anche se per un semplice pallone che rotola.
Ancora Grazie Antonio. E’ stato bello seguirti in questa sfida, scrivere di questa incredibile avventura, avere da te la conferma che esperienza, competenza, serietà, coraggio, ambizione sono tutto e possono tutto.
Napoli non può essere mediocre, chiunque arrivi in questa città deve incarnare questa idea da subito e darsi come mai nella vita. Per questo motivo chi viene a Napoli deve sapere che è arrivato ad un capolinea.
De Laurentis non rovini tutto, lasciando che Conte saluti tutti noi per non poter vivere da vincente, come ogni napoletano vuole, chiede, merita.
Per Conte è stato uno scudetto importante, certificato di un lavoro ad altissimo livello: “Sicuramente è lo scudetto più inaspettato e difficile della mia carriera, ma anche il più stimolante come sfida. Venire a Napoli dopo un decimo posto e cercare di riprendere il filo del discorso, cercando di convincere anche i giocatori più bravi ad abbracciare il progetto, non è stato facile. Se guardiamo l’inizio, ovvero lo 0-0 col Modena e lo 0-3 col Verona, significa che abbiamo fatto qualcosa di straordinario in campo”.
“Vincere a Napoli è difficilissimo, Di Lorenzo come i ragazzi che lo hanno vinto due anni fa hanno valori importanti altrimenti non ricapiterebbe due volte in tre anni. Il fatto che Di Lorenzo da capitano alzi il trofeo dello scudetto per due volte, come successo solo a Maradona, è qualcosa di incredibile e meritato, in una situazione non semplice perché questo non è un club che parte sempre per vincere”.
A tal proposito il futuro di Conte sulla panchina del Napoli è tutt’altro che scontato: “Adesso ci stiamo godendo tutto, siamo due vincenti, ma in maniera diversa”.