Le agenzie di “controllo” relative alla veridicita’ delle notizie sono i nuovi aruspici della liceita’ delle informazioni, sopratutto per il variegato e temuto universo dei social network. A tal proposito la ricercatrice americana Janet Ossebaard, nel suo immane documentario intitolato:”Crolla Cabala Crolla”, ha dimostrato la bislacca verita’ che svela chi si trovava dietro le principali agenzie americane di fact checking, ben oleate da ong e multinazionali di Wall Street, ovvero una ex pornostar e un’altra persona non troppo distante da quel sistema. Dunque in America come in Italia-quest’ultima svelata da Byoblu nell’indagine sulla fondazione Open-a legittimare o bollare le informazioni come bufale o meno-, non siedono professionalita’ scientifiche e culturali eminenti, bensi’ rappresentanti della stampa, della politica, dello spettacolo che sono in conflitto di interessi con i propri finanziatori, i quali provengono dal mondo consolidatissimo dell’alta finanza e della grande industria transnazionali.
Vi e’ un problema focale che ostracizza nel mondo occidentale la liberta’ di informazione ed il diritto alla verita’ delle persone, ossia le connivenze politiche, la subordinazione economica dalle plutocrazie, il che elude il controllo delle informazioni da parte di soggetti che testano sul campo o che dispongono delle competenze necessarie, per classificare in modo inconfutabile una notizia.
In questi frangenti temporali in cui le competizioni si svolgono sui social, ed il controllo delle persone, del consenso e degli eventi e’ sfuggito dal controllo delle piattaforme informatiche, i proprietari della grande industria e grande finanza suffragano i censori delle notizie scomode. A suon di miliardi, di mansioni istituzionali prestigiose e popolarita’ crescente con i media tradizionali.
Se si indaga, come afferma Janet Ossebaard, sulle cospicue donazioni provenienti dai proprietari dei social e delle multinazionali maggiori, alla stampa mondiale e alle agenzie di fact checking, tutto appare bislacco ed inquietante.
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