Encomiabile ed interessante invero, il movimento antileghistico e sinistrorso denominato “sardine”, composto da giovani sopratutto, che suffragano il tema della solidarieta’ sociale verso gli immigrati ed i deboli, quello della democrazia in senso lato e la nobilta’ della politica vera. Cio’ che tuttavia incuriosisce destando sospetto, e’ che dinanzi ad un intervistatore il caporione del gruppo le “sardine” sviscera una fatuita’ politica, economica e giuridica con la quale ammanta i problemi e le loro cause, con un velo di ipocrisia e mistificazione. Le sardine non entrano troppo nella filigrana dei pur complessi problemi e delle loro soluzioni, ma sopratutto si eludono dal dichiarare il peggior male che attanaglia la societa’: ossia la finanza privata che muove la finanza pubblica, il predominio delle multinazionali sugli stati e sui lavoratori, il controllo delle banche verso la politica e la loro privatizzazione assoluta.
Parlare in tutela dei migranti accomiatandosi dai problemi dei loro stati causati dallo sfruttamento incessante delle multinazionali diviene equivoco da parte delle sardine italiane. Scagliarsi contro Salvini e non contro il jobs act alla stregua dell’emissione di moneta in Europa, da parte di un ente privato anziche’ pubblico, sono le tare del movimento delle sardine. Siccome infine per muovere pletore di ragazzini e non come succede per le sardine, da una citta’ all’altra ci vogliono molti soldi, viene spontaneo chiedersi quale apparato economico finanzi il movimento delle sardine e per quali fini. Giacche’ oggi sia le sardine che i gruppi politici di sinistra parlano in modo giusto su moltitudini di problemi ma omettono la critica e la disamina della finanza speculativa internazionale, dell’emissione monetaria, della deflazione salariale, e’ facile dedurre o sospettare fortemente per conto di chi oggi la sinistra e le sardine combattono, e per quali fini…