Battista si sfoga: la ex impedisce il rapporto con la figlia.

Di Rita Lazzaro

“Non vedo mia figlia da due settimane, la mia ex moglie non me lo concede”. È questo lo sfogo riportato su Facebook da Maurizio Battista. Secondo quanto sostenuto dal comico, l’ex moglie non gli starebbe permettendo di vedere la figlia regolarmente

A suo dire, la ex moglie Alessandra Moretti non gli starebbe permettendo di vedere sua figlia regolarmente: “Ennesimo video di reclamo, di ribellione. Li farò a oltranza. La bambina sono quindici giorni che non la vedo per vari motivi”.

Maurizio Battista, poi, ha spiegato i presunti motivi per i quali non riuscirebbe a trascorrere del tempo con sua figlia. Secondo la sua versione, la sua ex moglie Alessandra Moretti avrebbe preferito evitare di lasciarlo incontrare la bambina durante il Natale perché la piccola ha la febbre: “Un po’ è stata male, un po’ è andata a scuola e poi per qualche giorno ho lavorato pure io. Il 22 e il 24 non mi è stata data. Siamo arrivati a questi giorni, in cui ha un po’ di febbre, il 3 la portiamo a fare la visita da un altro pediatra”.

Battista voleva trascorrere Capodanno con sua figlia. Secondo quanto sostiene Maurizio Battista, avrebbe chiesto di poter trascorrere almeno la notte di Capodanno insieme alla bambina, ma anche in questo caso non avrebbe incontrato un riscontro favorevole da parte della mamma della piccola.

Arriviamo al 31, ho mandato un messaggio chiedendo: “Va bene se la bambina il 31 dicembre e l’1 gennaio sta con me, visto che durante le feste di Natale non c’è stata per niente?” La signora ha detto: “Vediamo, poi magari il 31 viene a teatro, si stanca, mi chiama e bisogna venire a prenderla”. Chi ti ha detto che si stanca? È una bambina di sei anni, non è una neonata. Qual è il problema? Mi ha detto che casomai la prendo l’uno. “Casomai” è un mezzo condizionale, sempre che non le venga la febbre o altre fisse che hai tu.

Battista ha concluso auspicandosi di poter vedere regolarmente sua figlia come, a suo dire, sarebbe stato stabilito inizialmente: “La bambina va tenuta una settimana io e una settimana tu, qual è la mia settimana? Magari una settimana è troppo per la bambina, ma almeno due giorni la devo tenere questa bambina o no? Neanche due giorni. […] Io devo chiedere l’elemosina per vedere due giorni mia figlia? Ogni telefonata è un problema. […] Devi concedermi di vedere mia figlia, per lei sono pronto a fare le guerre civili”.

Quanto sta vivendo Maurizio Battista purtroppo non è un caso isolato. Infatti in Italia la condizione in cui versano i papà separati non è certo tra le migliori. Una delle principali piaghe che li colpisce sono le false accuse.

Infatti secondo la letteratura recente, tra l’85 e il 90% dei casi sono le madri ad avanzare un’accusa nei confronti dell’ex marito, accusa che in 2 casi su 10 circa si rivela falsa (falso positivo). Le accuse più frequenti sono anche le peggiori ed in parallelo particolarmente lunghe nel decorso giudiziario e pericolose le conseguenze psicologiche nel contesto familiare.

Il. Giornale nel 2019 denunciava che “a fronte di 55 mila denunce presentate da donne contro gli uomini, le condanne effettive sono state poco più di 5mila. Idem per i reati di stalking: nel 2016 su 15.700 casi denunciati, solo la metà sono finiti a processo e solo 1.600 persone sono state effettivamente condannate”.

Da ricordare altresì lo stato di profonda indigenza in cui versano i papà separati.

Secondo i dati diffusi dalla Caritas: 1 povero su 2 è costituito da un padre separato che non è collocatario. Ciò vuol dire che i suoi figli, in seguito all’avvenuta separazione, vivono con la mamma. I papà separati oppure divorziati nel nostro Paese sono ben 4 milioni, fra loro circa 800.000 vivono poco al di sopra della soglia di povertà. Il 66% non riesce per questo a sostenere più le spese riguardanti le prime necessità.

La causa principale dello stato di povertà in cui versano i papà separati è l’assegno di mantenimento, in quanto è spesso superiore alle capacità economiche. L’Unione Padri Separati spiega che nel 94% dei casi, l’uomo deve versare l’assegno di mantenimento, solo nel 30% dei casi viene concesso al papà di mantenere la casa, mentre il 70% deve sostenere le spese relative a una nuova abitazione.

Le associazioni dei padri separati sottolineano che il più delle volte gli assegni per il mantenimento sono superiori alle disponibilità economiche. Con uno stipendio di circa 1.400 euro mensili, solitamente si arriva a versare fra 400 e 700 euro.

Una somma per coprire spese legate a vitto e alloggio per il papà e alle spese fatte per i figli. False accuse, ostacoli nel vedere i figli e indigenza. Situazione drammatica che, purtroppo, sfocia anche in un gesto estremo. Non per nulla si parla di circa 200 padri separati suicidi l’anno.

Un contesto che difficilmente si potrà risolvere con un bonus di 800 euro al mese, quindi a 9.600 euro l’anno ai genitori separati che versano in difficoltà economica.

La legge c’è, basterebbe applicarla.

Partendo da un art 315 bis cc accompagnato dall’art 156 cc. Già questo sarebbe un gran passo di civiltà.

Foto Imago Economica srl ©️

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