La Deutche Bank e’ l’ultima e piu’ illustre vittima della crisi originata nel 2008 in America, quella che provoco’ il collasso della principale forse, istituzione finanziaria provata a nome Lehman Brothers. Oggi la principale banca europea con maggiore sede a Berlino, ha visto le dimissioni spontanee del peoprio responsabile degli investimenti, la fuga di uno dei piu’ importanti fondi immobiliari al mondo presso i conti Deutche bank e l’annuncio di diciottomila dipendenti; infine e’ stato annunciato il proposito di creazione di una banca parallela alla Deutche, destinata a incapsulare tutti i fondi spazzatura prodotti negli ultimi anni, e superiore ai pil di Italia e Germania messi insieme. Tale annuncio di banca “spazzatura” parallela ha eroso un terzo della capitalizzazione complessiva della Deutche bank, la quale ammonta a quindici miliardi e puo’ letteralmente distruggere la finanza e l’erario europei.
Il punto cardinale che dal punto di vista manageriale va sciorinato e dipanato nella questione del fallimento della Deutche bank, e’ la degenerazione manageriale che ha permesso di creare tale dovizia di titoli tossici, che sono sintomi di un modo surrettizio di moltiplicare i guadagni degli azionisti finanziari, senza produrre o detenere ricchezza fisica ma solo ricchezza finanziaria. Il modello americano che ha fagocitato il mondo e ha invaso la Germania con la finanza tossica, ora e’ stato slatentizzato ad onta delle dichiarazioni europee contro il sistema bancario italiano, estremamente solido e piu’ vicino all’economia fisica che a quella finanziaria.
La Deutche bank ora sara’ salvata, forzosamente, con l’erario europeo, pena il contagio e quasi fallimento di importanti istituti bancari e finanziari europei, ma il problema di fondo si sostanzia in due necessita’: l’esigenza di recedere dagli schemi di privatizzazione delle banche, sia speculative che di investimenti, in favore di un ritorno del pubblico; inoltre diviene categorica la necessita’ di privatizzare binariamente a cio’, solo parte dell’azionariato bancario, per un lasso di tempo predefinito, ed a soggetti di volta in volta diversi ma meritevoli per qualita’ e valore aggiunto alla collettivita’. Infine va plasmata la finanza secondo necessita’ civili, sociali, nazionali, e non va fatta subordinare l’economia reale e la politica, dalla finanza. Ne’ si puo’ consentite che piu’ del 35% di guadagni privati o pubblici, derivino dalla finanza speculativa. In antitesi a cii’ nuove bolle e nuove guerre decimeranno e depauperanno l’umanita’ ed il mondo, con rischi di estinzione globale.
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