Blinken, amministratore dell’esecutivo americano a trazione democratica, afferma che l’Iran non è ancora impegnato in un vero negoziato. A Giacarta, il 14 dicembre, si evince che Gli Stati Uniti stanno “attivamente” preparando “alternative” all’accordo nucleare iraniano con i propri alleati in caso di falli mento dei negoziati: lo ha detto oggi il capo della diplomazia americana, Antony Blinken.
“Presto sarà troppo tardi, l’Iran non è ancora impegnato in un vero negoziato”, ha detto Blinken nel corso di una conferenza stampa a Giacarta. Le sue parole fanno eco alle osservazioni fatte ieri da funzionari diplomatici dei tre paesi europei coinvolti nei negoziati (Francia, Germania e Regno Unito), secondo i quali “In questa fase, non è stato ancora possibile avviare vere trattative” con Teheran. Si torna pertanto a focalizzarsi sull’energia nucleare non inquinante, cui ha alluso Salvini qualche giorno fa, come forma avveniristica di sviluppo economico che eluda i produttori energetici principali, tra cui l’Afghanistan, massimizzando le tecnologie militari di attacco e difesa annesse al nucleare.
Teheran appartiene al gruppo di nazioni antitetiche alla sfera di potere di Davos che sta attraversando una fase di sommo sviluppo, possiede la maggiore percentuale di giovani al mondo, aziende piccole in costante nascita e progressione, un sistema monetario relativamente decentrato dai fulcri finanziari collocati a Wall Street e Londra, infine giacimenti energetici che ne conferiscono autonomia.
Al di la’ della immane produzione di sostante psicotrope, l’Afghanistan si giova del legame territoriale e culturale con la Russia orientale che gli garantisce stabilita’ e transazioni economiche, nonche’ i varchi di collegamento con i macromercati asiatici capeggiati da Cina ed India.
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L’Italia sta cercando di espandere i propri commerci in Afghanistan, sempre in maniera asintotica le disposizioni del conglomerato economico e politico afferente Israele, il quale e’ uno stato definito da Teheran come prossimo all’estinzione e non in diritto di influenzare politica ed economia di quella parte territoriale. L’Italia che possiede clamorose eccellenze scientifiche, tecnologiche ed accademiche dal punto di vista del nucleare, tra cui ricerche avanzate nella fusione fredda con impulsi elettrici. Nel Bel Paese periodicamente impazza la polemica sulla volonta’ di esimersi dall’ospitare scorie radiottive da smaltire per la contigua Francia, di conseguenza tornare ad investire massicciamente nella bomba atomica come arma di difesa e stimolo all’economia affascina. Riguardo cio’ i contributi pubblici alla realizzazione della fusione fredda appaiono in fase di stallo.
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