Di Rita Lazzaro
L’infertilità maschile corrisponde a una ridotta capacità riproduttiva dell’uomo, per una insufficiente produzione di spermatozoi o per anomalie nella qualità degli spermatozoi prodotti. L’infertilità di una coppia sessualmente attiva viene accertata quando non si riesce ad ottenere una gravidanza dopo un periodo superiore a un anno di rapporti liberi e non protetti. Si parla di infertilità primaria quando l’uomo non ha mai indotto una gravidanza, di infertilità secondaria quando l’uomo ha già indotto una gravidanza precedentemente.
L’infertilità maschile interessa il 7% degli uomini e sempre di più i giovani. È una causa diffusa dell’infertilità di coppia. Rispetto al passato, oggi si ritiene che in 1 caso su 2 la difficoltà ad ottenere una gravidanza dipenda da problemi riproduttivi maschili.
1)Ma quali sono le cause dell’infertilità maschile?
A questa domanda e alle prossime risponderà la psicologa e psicoterapeuta Sabrina Porro per Adfnews quotidiano nazionale.
“Non è sempre facile identificare una causa dell’infertilità maschile, tuttavia studi recenti hanno evidenziato un aumento dei casi dovuto ad un peggioramento della qualità del liquido seminale. I dati parlano di un 33% di uomini a rischio di infertilità le cui ragioni possono essere molteplici. Inoltre, il 30% dei casi di infertilità può essere considerata idiopatica cioè non è possibile identificare una causa. Le ragioni di questo deterioramento sono probabilmente da attribuire al cambiamento dello stile di vita, tra cui alcol, stress ed inquinamento ambientale, che hanno sicuramente un peso determinante. Tra gli altri fattori annoveriamo l’uso di farmaci, la storia chirurgica, problemi genetici e malattie sistemiche. Attualmente, inoltre, le coppie arrivano all’idea di concepire un figlio in età più avanzata, quando inevitabilmente si registra un diminuzione delle capacità riproduttive che vale anche per l’uomo. L’infertilità si distingue decisamente dalla sterilità, quest’ultima riguarda l’assenza totale (azoospermia) o insufficiente (cripto-azoospermia) di spermatozoi nel liquido seminale, mentre l’infertilità comprende tutti gli altri casi di alterazione della qualità del liquido seminale (per ridotta motilità, alterazione della morfologia, DNA danneggiato). L’infertilità maschile può avere diverse cause:
Genetiche quando comportano una ridotta produzione di spermatozoi dovuta ad uno sviluppo imperfetto dei testicoli associato ad una predisposizione genetica e presente fin dalla nascita.
Criptorchidismo: mancata discesa dei testicoli nella loro sede entro il primo anno di vita.
Infezioni uro-genitali: gli stati infiammatori delle vie seminali possono danneggiare gli spermatozoi, i canali seminali e la prostata.
Varicocele: dilatazione delle vene testicolari che può danneggiare il DNA degli spermatozoi.
Malattie sessualmente trasmissibili: possono provocare infertilità.
Disfunzioni erettili: disfunzioni legate all’erezione ed all’eiaculazione.
Stili di vita: il fumo di tabacco o cannabis danneggiano il DNA degli spermatozoi, ne riducono il numero e la motilità. Altri fattori di rischio sono l’obesità, sedentarietà, cattiva alimentazione, assunzione di alcol e droghe.”
2)In che modo si può prevenire la sterilità maschile?
“È possibile prevenire l’infertilità attraverso un’adeguata campagna informativa e divulgativa finalizzata non solo ad informare sui comportamenti a rischio e condizioni patologiche, ma ad educare gli uomini alla cura del proprio corpo ed a saper cogliere precocemente i segnali che il corpo invia. La prevenzione non riguarda solo i controlli medici, è consigliato sottoporsi ad una visita andrologica in età prepubere o comunque entro i 20 anni, ma soprattutto l’adozione di uno stile di vita che riduca al minimo la possibilità di sviluppare tale patologia. A tal fine è consigliabile mettere in atto tutte quelle strategie volte al benessere, dall’educazione alimentare, a quella sessuale, ed alla conoscenza di tutti quei fattori di rischio ambientale (quali ad esempio, lo stress o gli agenti inquinanti), che possono interferire con la capacità riproduttiva maschile.”
3)Quali sono invece le cure e la probabilità di esito positivo?
” Per quanto riguarda le cure, la chirurgia può risolvere in alcuni casi l’infertilità o ridurne le conseguenze come ad esempio per la diagnosi di Varicocele, che è la più frequente causa di infertilità maschile, se si interviene in età giovanile la prognosi è favorevole alla risoluzione del problema, pertanto la correzione chirurgica consente il concepimento naturale. Altre terapie efficaci prevedono l’assunzione di gonadotropine, ormoni preposti alla regolazione dell’attività di riproduzione degli organi genitali maschili; questa cura è finalizzata a stimolare la spermatogenesi. Nelle infezioni dell’apparato riproduttivo si ricorre alla somministrazione di antibiotici ed antinfiammatori. In caso di modesta alterazione della qualità dello sperma si può procedere all’inseminazione intrauterina, che consiste nell’inserimento degli spermatozoi debitamente preparati nella cavità uterina. Nelle situazioni più gravi si ricorre alla PMA (procreazione medicalmente assistita come la fecondazione in vitro (FIVET) o l’iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (ICSI). Quando gli spermatozoi non sono presenti nel liquido spermatico si può ricorrere alle tecniche di prelievo degli spermatozoi in altri punti dell’apparato riproduttivo (testicolo o epididimo). Alla luce di quanto ho detto, la visita andrologica è fondamentale per prevenire o almeno intervenire in tempo su molte patologie, evitando quindi future conseguenze negative.”
4) Quali sono le conseguenze psicofisiche di un uomo che scopre di non poter essere padre?
“La diagnosi di infertilità ha diverse conseguenze psicologiche sia per l’uomo che per la donna. L’ansia, lo stress, il senso di frustrazione alla notizia della diagnosi, sono alcune delle reazioni psicologiche manifestate. Inoltre si registrano spesso vissuti depressivi, sensi di colpa, di dolore e di perdita che possono essere associati al trauma da lutto. Nella fase iniziale dell’acquisizione della diagnosi prevale lo shock, il diniego, poi successivamente si fanno strada la rabbia ed i sensi di colpa fino ad arrivare all’isolamento ed all’evitamento di situazioni che evochino il problema dell’infertilità. Per quanto riguarda le reazioni psicologiche ed emotive, queste sono simili in entrambi i sessi anche se diverso è il modo di gestirle: gli uomini, più spesso si chiudono in se stessi e con maggiore difficoltà prendono contatto con le emozioni negative connesse al problema, inoltre essendo spesso la fertilità associata alla virilità, l’incapacità riproduttiva viene vissuta come inadeguatezza sessuale e ciò determina di conseguenza, una perdita dell’autostima. Per l’uomo la scoperta della privazione del potere procreativo si traduce, in alcuni casi, in un sentimento d’inferiorità. Questo vissuto d’impotenza può generare dei comportamenti compensativi disfunzionali, intensificando ad esempio le loro conquiste femminili per ricevere una conferma della loro virilità. In altri casi gli uomini si concentrano totalmente sul lavoro nell’intento di spostare la loro capacità produttiva al livello professionale. Per quanto riguarda l’infertilità femminile, essa viene vissuta analogamente all’uomo, con sentimenti di ansia, tristezza, angoscia, sensi di colpa e di frustrazione derivanti dall’impossibilità di procreare e svolgere il ruolo di madre. La donna si sente inutile anche socialmente in quanto incapace di procreare. Tutto ciò determina nella maggior parte dei casi, una vera e propria crisi di vita che va ad intaccare l’equilibrio della coppia stessa.”
A proposito di reazione.
5)A livello psicologico che differenza c’è tra un uomo ed una donna che vengono a conoscenza della loro sterilità?
“Attualmente la maggior parte degli uomini tende a sottovalutare il problema della infertilità ed a non effettuare alcun controllo a riguardo. Questa scarsa conoscenza del fenomeno dell’infertilità maschile e della sua incidenza, è in parte da attribuire non solo alle scarse informazioni di tipo medico ma soprattutto ad una questione culturale. Gli stereotipi di genere, i media, la pressione sociale, sono i principali responsabili di questa mancanza di informazione riguardo al problema dell’infertilità maschile. Tuttavia, oggi per fortuna, assistiamo ad una maggiore apertura da parte della popolazione maschile ad affrontare il problema ed a gestirlo con più consapevolezza ricorrendo a tutte le cure mediche necessarie per la risoluzione dello stesso. Al di là dei pregiudizi legati all’infertilità maschile, in generale si configura uno scenario diverso per ciò che riguarda l’atteggiamento femminile nella cura del proprio corpo rispetto al mondo maschile. La donna manifesta una maggiore attenzione a quelle che sono le problematiche legate alla sua salute e con maggiore facilità si rivolge alle figure mediche preposte alle cure. La donna infatti, una volta ricevuta una diagnosi di infertilità, è più disposta ad affrontare le terapie e laddove non sia possibile la cura, a ricorrere alle tecniche di procreazione assistita. L’uomo invece, manifesta una maggiore ritrosia a sottoporsi alle analisi per l’individuazione del problema ed una maggiore diffidenza ad affrontare i percorsi di PMA.
Il modo più efficace per combattere gli stereotipi di genere ed i pregiudizi che ostacolano l’accesso alle cure e la soluzione al problema, è quello di favorirne la conoscenza attraverso la comunicazione sociale ed individuale”.
6)Secondo lei è un problema sottovalutato?Ma soprattutto l’Italia è ben attrezzata nell’affrontare simili situazioni, soprattutto a livello psicologico?
” In Italia si stima che la diminuzione del tasso di natalità vada di pari passo con l’aumento dei tassi di infertilità maschile. Inoltre il nostro paese è uno tra quelli europei in cui l’età media per la prima gravidanza risulta più elevata. Ciò incide sul costante aumento dell’infertilità sia maschile che femminile. Questa diminuzione della capacità riproduttiva ha determinato un incremento del numero di coppie italiane che hanno scelto di affidarsi alle tecniche di procreazione assistita. A tal riguardo l’Istituto Superiore di Sanità promuove campagne d’informazione per la prevenzione della sterilità e svolge studi e ricerche sulle cause ambientali, psicologiche e cliniche in materia di salute riproduttiva e fertilità. Inoltre, annualmente predispone una relazione al Ministero della Salute con un resoconto epidemiologico sulle tecniche di PMA per valutarne l’efficacia nella cura dell’infertilità”.
8)Cosa si dovrebbe fare per rendere questa situazione il meno pesante possibile verso chi la vive?
” Per rendere questa situazione meno pesante, le linee guida della PMA sottolineano la necessità di garantire alle coppie colpite da sterilità, un servizio di supporto psicologico e ribadiscono l’importanza di offrire loro un servizio di consulenza prima di iniziare i singoli trattamenti. La finalità del percorso è quella di attivare le risorse interne di una persona e della coppia in modo da riuscire ad affrontare le difficoltà psicologiche ed emotive che scaturiscono non solo dalla diagnosi di infertilità, ma dalla scelta del trattamento da seguire (ad esempio una PMA) e dall’eventuale fallimento di quest’ultimo.”
Sterilità: un problema non solo femminile ma che colpisce anche l’universo maschile.
Un problema quindi da non sottovalutare ma affrontare oltre ogni forma di pregiudizio.
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