Di Rita Lazzaro

In base ad un Rapporto di Pew Research Center del 2011, intitolato “The future of global muslim population”, i musulmani presenti nel continente europeo sono 43 milioni (se consideriamo anche la Russia), e rappresentano circa il 5,6% della popolazione totale.Tali dati fanno riferimento al 2010, mentre per il 2050 si stima una presenza di 70 milioni, con un’incidenza pari al 10% circa.
Proseguendo sempre in base ai dati emessi da tale rapporto, i musulmani sono attualmente più di 20 milioni e rappresentano circa il 6% della popolazione comunitaria. Come sopra accennato, in seguito al grande afflusso di rifugiati giunti in Europa nel 2015, la Germania ha accolto circa 700 mila profughi di fede musulmana, e ad oggi il paese conta nel suo territorio circa 6 milioni di musulmani. La presenza musulmana in Germania rappresenta dunque, insieme anche alla Francia (5,8 milioni di musulmani), tra le più elevate in termini numerici di tutta Europa. Un numero che ha portato a parlare di islamofobia ossia “avversione nei confronti dell’Islam e dell’islamismo” .
Un fenomeno sociale non facile da definire, poiché da un lato si può rischiare di una sopravvalutazione/generalizzazione, dall’altro del ridimensionamento/negazione della sua portata sociale e politica.
Una situazione che nel 2013 ha portato alla risoluzione del Parlamento europeo sul potenziamento della lotta al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo, all’islamofobia, all’ostilità verso i Rom (Sinti, nomadi), all’omofobia, alla transfobia ed a tutte le altre forme di discriminazione. Da notare la presenza del termine islamofobia e la mancanza di quello concernente la cristianofobia.
Un’ assenza alquanto strana per non dire inquietante, visto che la religione cristiana è quella più perseguitata al mondo. Una persecuzione che, per di più, è in continuo aumento.
Dati docent: nel mondo sono oltre 360 milioni i cristiani vittime di un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della loro fede. Uno ogni sette.

L ‘Afghanistan oggi è il Paese più pericoloso al mondo per i cristiani, seguito da Corea del Nord, Somalia, Libia, Yemen, Eritrea, Nigeria, Pakistan, Iran, India e Arabia Saudita, solo per citare i primi dieci Paesi.
Questo è quanto è emerso dall’ analisi della ” World Watch List” 2022, rapporto sui 50 Stati dove i cristiani subiscono persecuzioni, curato dall’organizzazione Porte Aperte/Open Doors per il periodo primo ottobre 2020 – 30 settembre 2021, presentata negli ultimi giorni dell’anno alla Camera dei deputati.
Da ricordare che la cristianofobia si sta espandendo a macchia d’olio anche in Europa.


‘Fuego al Clero’ è stata l’ultima campagna d’odio lanciata in Spagna contro i seguaci di Gesu’ Cristo. Lo slogan violento inventato per incitare a bruciare chiese, sacerdoti e religiosi cattolici, non ha riscosso veti e biasimo di sorta. L’appello ad azioni terroristiche che prendono di mira la cattolicità non è stato censurato né condannato nelle opportune sedi, tra social, istituzioni ed Ong.
Nella cattolica Polonia l’attacco alla Chiesa non è meno violento. Dopo la sentenza di incostituzionalità dell’aborto eugenetico, la reazione del terrorismo anti cattolico non s’è fatta attendere. Per diverse settimane i polacchi hanno subito l’aggressività, la volgarità e la violenza di chi non ha digerito l’iniziativa della Corte Costituzionale. Gruppi di abortisti organizzati e manovrati hanno iniziato a profanare gli edifici ecclesiastici, dedicandosi anche ai graffiti per rovinarne le facciate ed al lancio di rifiuti ed escrementi. Al punto che gli stessi fedeli hanno dovuto presidiare, fisicamente, le chiese per difendere il Santissimo e l’integrità delle strutture. Simbolo dei manifestanti, che hanno messo a ferro e fuoco le città, un fulmine rosso.
Anche la banca mBank (appartenente alla tedesca Commerzbank) ha realizzato un video di sostegno alle manifestazioni intitolato «Wspieramy» (Noi sosteniamo); è bastato qualche giorno perché il quotidiano di sinistra, Gazeta Wyborcza, di George Soros, annunciasse il lauto finanziamento delle future manifestazioni.
In Francia l’assedio alla cristianità sembra essere preso da una spirale di violenza senza fine. Gli incendi dolosi che hanno coinvolto le chiese cattoliche francesi, e che non hanno mai un colpevole, sono sempre più diffusi. L’incendio appiccato nella cattedrale gotica di San Pietro e Paolo, a Nantes il 18 luglio 2019, è stato segnalato in tutto il mondo. Ma gli attentati incendiari contro le chiese francesi, di solito, non fanno notizia a livello internazionale. Notre Dame, Saint Denis, Rennes, Saint Sulpice a Parigi, Pontoise, Nancy, Nantes, Nostra Signora delle Grazie di Revel, Saint-Jean-du-Bruel di Rodez, la cattedrale di Saint Alain di Lavaur, sono solo i casi più eclatanti.
In Francia la cristianofobia è aumentata del 300% in dieci anni.
In Inghilterra e Galles, il governo ha cercato di fornire un sostegno finanziario ai luoghi di culto potenzialmente a rischio di attentati. In Francia è nata l’iniziativa spontanea ‘Protège ton église’, Proteggi la tua chiesa: i giovani cattolici si stanno organizzando nelle città di tutta la Francia per controllare le loro chiese di notte e rendere visibile la presenza del cattolicesimo.
In Italia la cristianofobia trova la sua espressione migliore nei numerosissimi casi di statue della Vergine e di Gesù divelte e imbrattate, ma soprattutto nell’annosa aggressione a crocifissi e presepi nei luoghi pubblici. Gli incendi dolosi sono cosa rara, ma intanto don Malgesini, a settembre del 2019,veniva assassinato da un immigrato clandestino perché sacerdote. Talii episodi, spesso sfortunatamente, non finiscono nemmeno sulla cronaca completamente disinteressata alla faccenda.
La cristianofobia non si è fermata neppure durante il periodo natalizio. Basti pensare infatti a quanto successo a Bergamo nella notte tra il primo ed il 2 gennaio scorsi, dove la statuetta di Gesù bambino è stata trafugata dal presepe allestito in piazza Italia. A dare notizia dell’accaduto è stato il sindaco Camillo Bertocchi, mentre indignazione per l’accaduto è stata espressa dal Circolo Fratelli d’Italia Bergamo Est.
Poco prima di quest’ «atto vile e ignobile», così come definito dal primo cittadino, a Reggio Emilia si sono verificati svariati atti di vandalismo contro la Natività. Infatti diversi presepi, in aree pubbliche ma anche private, hanno subito danneggiamenti agli addobbi, furti di luminarie, perfino statue di Gesù bambino sparite. Come accaduto al presepe in centro a Rolo , dove si sono aggiunti anche dei vandalismi gratuiti. Tanto che gli organizzatori di “Rolo in festa” hanno lasciato un messaggio di condanna rivolto proprio agli autori del gesto. Simili episodi si sono verificati pure a Roncocesi e Vezzano . Danneggiamenti pure a un presepe in un cortile privato nel quartiere Espansione sud a Correggio, oltre che a Reggiolo.
Perfino nella chiesa a San Martino di Guastalla qualcuno ha cercato di rubare qualcosa. Ma, notato da un fedele entrato all’improvviso, il giovane sospetto si è allontanato in fretta. Di questi episodi si era parlato nelle cronache pure negli anni scorsi: a Guastalla era stato trafugato il bambinello in piazza Primo Maggio, così come al presepe del Borgonuovo a Novellara oppure in centro a Reggiolo, a Casoni di Luzzara, a Quattro Castella. In quasi tutti i vari episodi, le statuine erano state poi ritrovate e rimesse al loro posto, pur se erano rimasti i danni lasciati dai vandalismi, oltre ad ammanchi di luminarie ed altre attrezzature. A questi atti vandalici e’ d’uopo ricordare la continua avversione delle scuole, a partire dalla materna, nella realizzazione del presepe.
Come successo a Emanuele Mastrangelo che, dopo un duro braccio di ferro con l’asilo della figlia, a Roma, è riuscito a far valere il diritto di tutelare le nostre radici, la nostra identità, le nostre tradizioni, la nostra cultura.
Proprio come previsto dalla Costituzione che sì prevede la laicità dello stato ma senza rinnegare le sue radici.
Vicende e dati che rendono ancora più viva la frase di Papa Benedetto XVI “E’ urgente che sorga una nuova generazione di apostoli radicati nella parola di Cristo, capaci di rispondere alle sfide del nostro tempo e pronti a diffondere dappertutto il Vangelo” .

In questo pantano la Russia ha attuato un rafforzamento ed un innalzamento della religione cristiana come “faro” nazionale ed identitario; invece in Ucraina Zelensky sta ponendo restrizioni immani al cristianesimo ortodosso.

Vocabolario

*Immani: grandi.

*Veto: divieto.

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