Il senatore leghista ex Pd Alberto Bagnai e’ stato indefesso, al parlamento, nel biasimare l’opera di destrutturazione di tecnici come lui, nelle commissioni parlamentari, con l’ammontare dei provvedimenti da esaminare alla stregua del Pnnr, e la diminuzione del tempo per bocciarli: cosi’ l’ariete economico del partito di Salvini si e’ detto limitato, come parlamentare e presidente di commissione, a sfogarsi invano nel parlamento su leggi approvate non da lui od affini ma da decreti presidenziali reiterati.
A proposito del Pnnr Bagnai lo ha definito un connubio di Recovery Fund e Mes che slatentizza l’ostilita’ dell’Unione europea verso l’Italia, subordinata ad una esiziale, annosa, austerita’ finanziaria inficiata dal ritardo con cui verranno elargiti i prestiti del Pnnr. Ed il tempo reciso con cui e’ obbligatorio spenderli, i prestiti europei pena il loro blocco e le sanzioni rappresentano per Bagnai un ostacolo insormontanile. Secondo il professore universitario sodale di Borghi, ambi due ridimensionati dai vertici leghisti, le prescrizioni europee sul Pnnr daranno adito ad ulteriori sprechi, alla mancata risoluzione dei problemi economici ed infrastrutturali dell’Italia, a causa dell’ impossibilita’ di spenderli tutti in solo sei anni come sancito; cio’ comportera’ un nuovo stallo dei lavori, peculiarmente al sud, per il mancato accordo tra attori economici e politici dovuto specialmente all’isteresi con cui vengono inviati i fondi, le beghe tra aziende concorrenti, la difficolta’ di accordare tutti sull’ordine di priorita’ e l’elenco di opere e dei beneficiari degli investimenti europei.
Bagnai ed i suoi seguaci non si esimono da tempo nel denunciare la dialettica europea tesa a scaglionare i fondi per l’Italia in base alle riforme arcinote e destabilizzanti pretese da lustri: ulteriori privatizzazioni, cesure ad investimenti pubblici, ai salari ed alle pensioni; infine aumento dell’imposizione fiscale per far quadrare il bilancio.
Il senatore leghista impiegato nell’analisi dei documenti finanziario-economici per l’Italia ha recentemente lanciato una critica contro la metodologia con cui la politica strumentalizza la pandemia: con il Pnnr infatti la voce relativa alla spesa per nuovi nosocomi e’ l’ultima o quasi, come entita’. E chiudere nuovamente il Paese senza suffragare le terapie domiciliari per Bagnai risulta letale verso il comparto economico di piccole e medie imprese su cui poggia l’erario ed il pagamento degli interessi sul debito pubblico.
La Lega tuttavia, schierata sull’indirizzo dettato da Georgetti che elude le esortazioni del dittico Borghi-Bagnai, risulta in calo inesorabile di proseliti. Sui social le invettive contro lo stesso Bagnai, e sopratutto Salvini, abbondano a iosa, con gli utenti che dileggiano i le critiche ed invettive dei senatori e parlamentari, come offesa agli elettori: giacche’ continuano a votare la fiducia a Draghi ed a non traghettare l’Italia fuori dall’euro come espresso molteplici volte in passato.