Accuse a manager Blackrock: lui ha creato la crisi

Di Francesco Paolo Tondo

Il principale fondo di investimenti al mondo, Blackrock intersecato con il maggiore ancora, ma apparentemente cadetto, Vanguard del trinomio Rothschild/Rockefeller/Warburg, soprattutto, giace sul banco degli imputati relativamente la crisi economica che oggi attanaglia il globo. Il giornale americano Sott.net a tal proposito indaga sugli atti e le motivazioni di cio’ biasimando l’amministratore delegato di Blachrock per proprie ipotetiche responsabilita’ in merito alla situazione congiunturale globale. La lettera di Fink del gennaio 2020 era una dichiarazione di guerra della grande finanza contro l’industria energetica convenzionale. BlackRock è stato uno dei membri fondatori della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD) ed è uno dei firmatari dell’UN PRI — Principles for Responsible Investing, una rete di investitori supportata dalle Nazioni Unite che promuove investimenti a zero emissioni di carbonio utilizzando l’esg altamente corrotto nei criteri — Fattori ambientali, sociali e di governance nelle decisioni di investimento. Non esiste alcun controllo oggettivo sui dati falsi per l’ESG di un’azienda. Inoltre Blackrock ha firmato la dichiarazione del Vaticano del 2019 che sostiene i regimi di tariffazione del carbonio. BlackRock nel 2020 è anche entrata a far parte di Climate Action 100, una coalizione di quasi 400 gestori di investimenti che gestiscono 40 trilioni di dollari.

Con quella fatidica lettera del CEO del gennaio 2020, Larry Fink ha avviato un colossale disinvestimento nel settore globale del petrolio e del gas da trilioni di dollari. In particolare, quello stesso anno Fink di BlackRock è stato nominato membro del Board of Trustees del distopico World Economic Forum di Klaus Schwab, il nesso politico e aziendale dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite Zero Carbon. Nel giugno 2019, il World Economic Forum e le Nazioni Unite hanno firmato un accordo strategico quadro di partenariato per accelerare l’attuazione dell’Agenda 2030. Il WEF dispone di una piattaforma di intelligence strategica che include i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. F. William Engdahl è consulente e docente di rischio strategico, è laureato in scienze politiche alla Princeton University ed è autore di best-seller su petrolio e geopolitica, in esclusiva per la suddetta rivista online, coglie in filigrana i nodi di questo programma, enfatizzando l’amministratore Fink come figura da condannare giuridicamente per lo stallo contemporaneo dell’economia planetaria. Il perito che rimarca queste connessioni su lla rivista web su petrolio e geopolitica, in esclusiva per la rivista online Glo Research Center for Globalization.

Le misure anti-petrolio da firmare con ordine esecutivo a partire dal primo giorno nel gennaio 2021 inerivano la priorita’ di Biden. Ciò includeva la chiusura dell’enorme oleodotto Keystone XL che avrebbe portato 830.000 barili al giorno dal Canada fino a raffinerie del Texas e interrompendo qualsiasi nuovo contratto di locazione nell’Arctic National Wildlife Refuge (ANWR). Biden ha anche aderito all’accordo sul clima di Parigi che Deese aveva negoziato per Obama nel 2015 e Trump ha annullato.

Lo stesso giorno, Biden ha avviato un cambiamento del cosiddetto “Costo sociale del carbonio” che impone una punizione di 51 dollari per tonnellata di CO2 all’industria petrolifera e del gas. Quell’unica mossa, stabilita sotto l’autorità del ramo puramente esecutivo senza il consenso del Congresso, sta comportando un costo devastante per gli investimenti in petrolio e gas negli Stati Uniti,un paese che solo due anni prima era il più grande  produttore mondiale di petrolio.

Citando il pesante disinvestimento petrolifero di Wall Street e le politiche anti-petrolio di Biden, l’amministratore delegato di Chevron nel giugno 2022 ha dichiarato di non credere che gli Usa costruiranno mai un’altra  nuova raffineria.

Larry Fink, membro del consiglio del World Economic Forum di Klaus Schwab, è affiancato dall’UE il cui presidente della Commissione UE, la notoriamente indagata Ursula von der Leyen, ha lasciato il consiglio del WEF nel 2019 per diventare capo della Commissione UE. Il suo primo atto importante a Bruxelles è stato quello di portare avanti l’agenda EU Zero Carbon Fit for 55.Ciò ha imposto importanti tasse sul carbonio e altri vincoli su petrolio, gas e carbone nell’UE ben prima delle azioni russe del febbraio 2022 in Ucraina. L’impatto combinato dell’agenda ESG di Fink nell’amministrazione Biden e della smania Zero Carbon dell’UE sta creando la peggiore crisi energetica e inflazionistica della storia.

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